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FIPE Confcommercio e FIEPeT Confesercenti, le due organizzazioni nazionali maggiormente rappresentative delle imprese del settore della somministrazione, accolgono con favore le parole del Presidente del Consiglio in merito all’avvio di una riflessione sull’opportunità di allargare le possibilità di spostamento tra i comuni nelle giornate del 25, 26 dicembre e 1 gennaio, così come richiesto più volte dalle due Federazioni.

Ormai è un dato di fatto che il settore della somministrazione è uno dei settori maggiormente colpiti dall’emergenza sanitaria e sicuramente ne uscirà decimato nel prossimo futuro. Questa apertura favorirebbe certamente la frequentazione dei ristoranti nelle tre giornate interessate dal provvedimento, richiesto proprio per limitare gli ingenti danni che il settore sta registrando.

Parliamo di un comparto che porta un contributo molto importante al PIL nazionale ed è il settore che più di ogni altro sta soffrendo l’impatto della pandemia.

Ristoranti, pub, bar e le ..

Da Faib, Fegica e Figisc/Anisa la richiesta al Ministro Patuanelli a rendersi disponibile al confronto
“La Commissione di garanzia per lo sciopero nei servizi pubblici essenziali, scrive – non in modo meramente rituale – a Governo, Parlamento e sindacati dei benzinai chiedendo senso di responsabilità e la pronta ripresa del confronto. Un forte ed autorevole richiamo a tutte le parti coinvolte a cui la Categoria, con una comunicazione congiunta di risposta già inviata nella serata di ieri, non ha fatto attendere la propria adesione positiva, riducendo significativamente la durata dell’agitazione proclamata e giudicata pienamente legittima dalla medesima Autorità”.

Così Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio in una nota in cui si legge: “confermato, quindi, lo sciopero degli impianti di rifornimento carburanti che prenderà avvio dalla serata di lunedì 14 dicembre prossimo (ore 19.00 su rete ordinaria, ore 22.00 in autostrada), terminando nel primo pomeriggio di mer..

Prorogato al 30 aprile 2021 in caso di contrazione del fatturato non inferiore al 33% e per operatori economici in zona rossa e i ristoranti in zona arancione
“Il 10 dicembre è il termine per il versamento della seconda o unica rata d’acconto delle imposte sui redditi e dell’Irap dovuta da imprese e professionisti”.

Lo ricorda FiscoOggi, il giornale on line dell’Agenzia delle Entrate, che spiega come “l’adempimento sia ulteriormente prorogato al 30 aprile 2021 in caso di contrazione del fatturato non inferiore al 33% e, a prescindere dal volume di ricavi, per gli operatori economici in zona rossa e i ristoranti in zona arancione”.

Nel dettaglio: “il versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi e dell’Irap è stato posticipato dal 30 novembre al 10 dicembre; l’appuntamento, come anticipato, slitta al 30 aprile 2021, in un’unica soluzione, senza aggravio di sanzioni e interessi: per imprese, professionisti e artisti e professionisti con ricavi o compensi fino a 50 milioni di..

Il Consiglio dei ministri ha avviato l’esame del Piano nazionale di ripresa e resilienza

Durante la riunione di lunedì 7 dicembre, il Consiglio dei Ministri ha avviato l’esame del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e delle disposizioni volte ad assicurarne l’attuazione.

Il Piano nazionale – spiega il governo in una nota – dovrà dare attuazione, nel nostro Paese, al programma Next Generation EU, varato dall’Unione europea per integrare il Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 alla luce delle conseguenze economiche e sociali della pandemia da COVID-19.

Il programma – conclude la nota – ha l’obiettivo di sostenere le riforme e gli investimenti, anche in vista della transizione verde e digitale, al fine di agevolare una ripresa duratura, sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, di migliorare la resilienza delle economie dell’Unione e di ridurre le divergenze economiche fra gli Stati membri.

Riaprire completamente l’attività di ristoranti e bar, fornendo protocolli di sicurezza adeguati a garantire consumatori e lavoratori. A chiederlo è Fiepet, l’associazione dei pubblici esercizi Confesercenti.

“Dopo tanti giorni di chiusura – scrive il Presidente Giancarlo Banchieri nel documento politico – il comparto rischia seriamente di non sopravvivere. Le imprese chiedono solo di poter fare il proprio lavoro, nella sicurezza di tutti. Secondo le nostre stime, nel 2020 il fatturato delle imprese registrerà una riduzione di 30 miliardi di euro. Un colpo che mette a rischio 120mila posti di lavoro”.

“È necessario – continua – un robusto intervento a sostegno del comparto, per tamponare una crisi apparentemente infinita. Vanno introdotti meccanismi di “decontribuzione”, in grado di incentivare le assunzioni e il rientro dei lavoratori dalla cassa integrazione; occorrono interventi netti: la cancellazione dell’IMU anche per tutto il 2021, il tax credit per le locazioni, esenzione di ..

L’associazione: scenario destinato a peggiorare, senza interventi correttivi rischio desertificazione città

I negozi tradizionali soccombono alla crisi pandemica. Il debole recupero delle vendite che si era visto durante i mesi estivi è andato in fumo con la seconda ondata del virus ed il ritorno alle misure di contenimento. E dopo il calo del -1,8% delle vendite già subito a settembre, anche ad ottobre i negozi registrano una performance negativa, con un arretramento del -3,2%. Tra i più colpiti il comparto dell’abbigliamento e delle calzature, che si avvia a perdere nell’anno un terzo delle vendite.

Così l’Ufficio economico Confesercenti commenta i dati diffusi oggi dall’Istat sul commercio al dettaglio di ottobre.

Nuovo balzo in avanti, invece, del commercio elettronico: +54.6% che supera l’incremento di maggio e giugno e stabilisce il record di crescita; mentre resiste la Grande distribuzione non alimentare che comunque fa registrare un +1.4%.

Uno scenario allarmante e destin..

Al centro dell’intervista crisi economica, crollo consumi e interventi per le imprese

Intervista alla presidente di Confesercenti Patrizia De Luise su Class Cnbc. Focus sulla crisi dell’economia italiana, il crollo dei consumi e la necessità di interventi rapidi e strutturali per le imprese.

“Per i nuovi provvedimenti – le parole della presidente De Luise – è necessario mettere al centro soprattutto due cose. Innanzitutto far presto con i ristori che servono per l’emergenza ma i tempi devono essere certi e veloci per le imprese. E poi intervenire sulla pressione fiscale perché lo spostamento degli impegni fiscali non risolve il problema. Le imprese non lavorano e si trovano un accumulo di ‘debiti’ nei confronti del fisco. Chiediamo una fiscalità di vantaggio che permetta alle imprese di lavorare in tranquillità sapendo che alla ripresa ci sarà la possibilità di rivedere il piano fiscale”.

GUARDA L’INTERVISTA COMPLETA

Nuove misure per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il Dpcm del 3 dicembre contenente le nuove misure per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Il premier ha anticipato in conferenza stampa i contenuti del nuovo decreto. Di seguito i principali argomenti affrontati da Conte.

– Sistema aree di rischio. Verrà ancora applicato il sistema delle regioni colorate. Il meccanismo permette di dosare gli interventi, adottando misure differenziate su base territoriale e in base al rischio effettivo dei territori. In un mese l’indice Rt è calato sotto l’1 (attualmente è a 0,91); si è registrato un calo del numero degli accessi ai pronti soccorsi e a ricoveri e terapie intensive. È ragionevole prevedere che nel giro di un paio di settimane tutte le regioni saranno gialle. Si sta evitando un lockdown generalizzato che sarebbe stato molto penalizzante in termini economici e sociali.

– Spostamenti. Dal 21 dicem..

Con lo stop nei giorni festivi e prefestivi a dicembre attività chiuse per 13 giorni. Fermi anche tra il 5 e l’8 dicembre, quando inizia corsa ai regali. Chiederemo subito sospensione cautelativa della misura
Continuare ad obbligare i negozi dei centri e delle gallerie commerciali in tutto il territorio nazionale a chiudere nei giorni festivi e prefestivi è un grave errore, da correggere subito. Anche perché, a dicembre, i giorni festivi e prefestivi sono molti: in totale 13 giorni sui 28 rimanenti del mese, praticamente la metà, con uno stop di quattro giorni dal 5 all’8 dicembre, proprio all’inizio della corsa ai regali. Così si crea non solo un danno economico irreparabile alle imprese, ma si introduce anche un elemento distorsivo della concorrenza: negozi della stessa tipologia, all’esterno dei centri commerciali, potranno infatti rimanere aperti. Per non parlare dell’online.

Così Confesercenti commenta i provvedimenti contenuti nella bozza del nuovo DPCM.

Già due settimane fa, ..