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Settore praticamente fermo

Il “lockdown” delle aziende del Turismo Organizzato non si è mai concluso, così le Associazioni rappresentative del Turismo Organizzato AIDIT Federturismo Confindustria, ASTOI Confindustria Viaggi, ASSOVIAGGI Confesercenti, FIAVET e FTO Confcommercio sono tornate a chiedere al Governo interventi urgenti per salvare 13.000 aziende del Settore, 20 miliardi di fatturato e gli 80.000 posti di lavoro collegati.

Sebbene le nostre imprese non siano state destinatarie di specifiche misure di limitazione degli orari di apertura al pubblico (fatta ovvia eccezione per il “lockdown” generalizzato della scorsa primavera), tutti i segmenti che compongono il comparto (l’incoming, l’outgoing, i viaggi d’affari, il turismo invernale, l’organizzazione di eventi e il turismo scolastico) sono stati travolti fin dallo scorso mese di febbraio dalle misure restrittive per il contrasto della diffusione del Covid-19 e più recentemente, per quel poco che era ancora attivo, dal DPCM ..

L’audizione presso le Commissioni Bilancio e Finanze

Al via le audizioni informali sul cosiddetto Decreto Ristori. Nella mattinata di giovedì 5 novembre 2020 gli interventi di Confesercenti e di Assoturismo presso le Commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato.

Il Decreto Ristori (DL n. 137/2020 – Tutela della salute e misure di sostegno economico connesse all’emergenza COVID) è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 29 ottobre (Leggi qui i contenuti principali) ed è ora all’esame del Parlamento.

Siamo subissati da chiamate di imprenditori che vogliono capire se domani potranno aprire la propria attività o meno. È uno stato di incertezza insostenibile

Così Confesercenti.

Sarebbe opportuno almeno sapere quando verrà presa la decisione sulle zone e le regioni considerate a rischio. Gli imprenditori hanno il diritto di sapere e la necessità di programmare la propria attività. Si faccia subito chiarezza

L’Associazione: “Confronto costruttivo. Chiesto un tavolo settimanale online per confrontarsi sui temi cari alla categoria in questo momento di emergenza Covid”

Confesercenti ha incontrato questo pomeriggio il neo assessore al commercio del Comune di Arezzo, Simone Chierici. Al confronto su zoom hanno partecipato il presidente Mario Landini, il direttore Mario Checcaglini, il vicedirettore Valeria Alvisi, il presidente dell’area aretina Massimo Boncompagni e alcuni rappresentati delle categorie e degli espositori della Fiera Antiquaria e degli ambulanti del mercatino natalizio di Piazza San Jacopo e di Piazza Risorgimento.

“È stata l’occasione” commenta il presidente di Confesercenti Mario Landini “per presentarsi ufficialmente al nuovo assessore alle attività produttive del Comune di Arezzo e per avviare un dialogo costruttivo assieme all’assessore Chierici in questo difficile e complicato periodo legato all’emergenza Coronavirus. All’assessore sono state evidenziate le difficoltà d..

L’Associazione: “La sua vigenza chiama in causa due passaggi conseguenti: l’attuazione effettiva delle misure nei confronti dei beneficiari, e la presa in carico delle esigenze di chi è rimasto fuori”

“Con il nuovo Dpcm del 3 Novembre che impone ulteriori restrizioni, in attesa del Decreto che stabilisca se il Piemonte sarà zona rossa e ci consenta fuori tempo massimo di sapere quali commercianti domani potranno aprire la saracinesca e quali rimanere a casa, vorremmo fare una breve riflessione sul cosiddetto Decreto-Ristori. La sua vigenza chiama in causa due passaggi conseguenti: l’attuazione effettiva delle misure nei confronti dei beneficiari, e la presa in carico delle esigenze di chi è rimasto fuori.” Lo rileva Michela Mandrino di Confesercenti Alessandria all’indomani della pubblicazione del DL 28 ottobre.

“Il provvedimento prevede giustamente misure specifiche per 47 codici Ateco, ovvero per altrettante tipologie di attività economica: sono quelle costrette dal precedente Dpcm..

Il Presidente Schiavo: “Una catastrofe: 31mila attività di ristorazione a rischio fallimento. Dove sono gli aiuti? Pronti a ricorre al Tar”

Il Presidente di Confesercenti Campania, Vincenzo Schiavo, commenta con massima preoccupazione le misure presenti nell’ultimo DPCM: “In Campania le 31mila attività del settore della ristorazione sono a rischio fallimento. Se la nostra regione dovesse essere confermata “zona arancione” sarà una catastrofe: saranno pochissime le attività che riusciranno a sopravvivere con il delivery. Forse qualche pizzeria ben organizzata o al massimo qualche pub dei centri città. La maggior parte dei ristoranti, ad esempio, chiuderà del tutto, rischiando seriamente di non riaprire mai più. Confesercenti è da tempo che ha lanciato l’allarme sostenendo che se il Lockdown Bis, ovemai si fosse reso proprio indispensabile, bisognava farlo con criterio, annullando tutte le tasse e mettendo immediatamente risorse a disposizione degli imprenditori per farli restare a casa..

“Provvedimento inaccettabile, pronti a ricorrere al TAR. Governatori regioni intervengano”

Troviamo incomprensibile la scelta di chiudere nel weekend mercati e i negozi nei centri commerciali anche nelle zone verdi: i primi si svolgono principalmente all’aperto, mentre i secondi sono in un ambiente controllato dove è più facile far rispettare i protocolli di sicurezza ed evitare affollamenti. In questo modo si faranno saltare migliaia di attività e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Così Confesercenti commenta il DPCM.

Un provvedimento punitivo, anche perché queste attività sono di fatto le uniche a subire limitazioni: lo stop alle medie e grandi strutture di vendita, pure previsto nelle versioni preliminari del testo, è infatti improvvisamente sparito questa notte. Se il problema è il rischio di assembramento, qualcuno ci deve spiegare perché altre attività di distribuzione commerciale al di fuori dei centri commerciali, anche quelle di grandissime dimensioni che registrano m..

Il premier Conte ha firmato il decreto del 3 novembre 2020

Il Presidente del Consiglio Conte ha firmato il DPCM del 3 novembre contenente le nuove misure per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Le misure contenute nel decreto hanno validità dal 5 novembre al 3 dicembre 2020.

Il DPCM prevede la definizione di tre aree di rischio: Base (Scenario 2) – Elevato (Scenario 3) – Massimo (Scenario 4). Le aree ad elevato e massimo rischio vengono stabilite con provvedimento del Ministero della Salute e le restrizioni si aggiungono a quelle base.

Di seguito il dettaglio delle norme previste per i tre scenari.

RISCHIO BASE – SCENARIO 2

Coprifuoco nazionale alle h22.
Le attività di ristorazione sono consentite dalle 5 alle 18. Consumo al tavolo per massimo di 4 persone. Dopo le 18 vietato il consumo di cibi e bevande in luoghi pubblici e aperti al pubblico. Sempre consentita la consegna a domicilio. L’asporto consentito entro l’orario di coprifuoco. Aperti gli esercizi di som..

In attesa del testo ufficiale. Italiani a casa alle 22, in zone rosse sarà lockdown

Il presidente del Consiglio, a quanto si apprende, ha firmato il nuovo Dpcm sulle misure restrittive anti-Covid. Il testo sarà pubblicato in Gazzetta nelle prossime ore. Fonti di Palazzo Chigi hanno confermato che il decreto ha mantenuto l’impianto della bozza anche dopo il confronto con gli enti locali.

Le nuove misure, che saranno in vigore da giovedì e resteranno valide fino al 3 dicembre: l’Italia viene divisa in 3 aree di rischio e in quella dove il contagio è più diffuso e gli indici epidemiologici sono più critici.

C’e’ uno “scenario di elevata gravità e da un livello di rischio alto” che si “collocano in uno scenario di tipo 3”. E un altro di “massima gravità” con uno “scenario di tipo 4”.

Nella bozza del Dpcm si prevede una stretta a livello locale. Nella zona rossa dovrebbero essere Lombardia, Piemonte, Calabria, Alto Adige e Valle d’Aosta. Zona arancione Puglia, Liguria e probabilmente il..

Redatto un documento da sottoporre all’attenzione del governo

In un articolo su IlGiornale.it il Presidente Fismo Fabio Tinti e la Coordinatrice nazionale Pina Parnofiello illustrano le proposte della Federazione della moda Confesercenti a tutela del settore.

Fismo, si legge nell’articolo, ha “recentemente redatto un documento da sottoporre all’attenzione del governo per accendere i riflettori sulla pericolosa deriva della filiera della moda e del Made in Italy che, per riuscire a sopravvivere e a tornare a essere uno dei motori trainanti dell’economia italiana, ha bisogno di interventi economici e fiscali significativi”.

L’articolo completo