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Prorogato al 30 aprile 2021 in caso di contrazione del fatturato non inferiore al 33% e per operatori economici in zona rossa e i ristoranti in zona arancione
“Il 10 dicembre è il termine per il versamento della seconda o unica rata d’acconto delle imposte sui redditi e dell’Irap dovuta da imprese e professionisti”.

Lo ricorda FiscoOggi, il giornale on line dell’Agenzia delle Entrate, che spiega come “l’adempimento sia ulteriormente prorogato al 30 aprile 2021 in caso di contrazione del fatturato non inferiore al 33% e, a prescindere dal volume di ricavi, per gli operatori economici in zona rossa e i ristoranti in zona arancione”.

Nel dettaglio: “il versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi e dell’Irap è stato posticipato dal 30 novembre al 10 dicembre; l’appuntamento, come anticipato, slitta al 30 aprile 2021, in un’unica soluzione, senza aggravio di sanzioni e interessi: per imprese, professionisti e artisti e professionisti con ricavi o compensi fino a 50 milioni di..

Il Consiglio dei ministri ha avviato l’esame del Piano nazionale di ripresa e resilienza

Durante la riunione di lunedì 7 dicembre, il Consiglio dei Ministri ha avviato l’esame del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e delle disposizioni volte ad assicurarne l’attuazione.

Il Piano nazionale – spiega il governo in una nota – dovrà dare attuazione, nel nostro Paese, al programma Next Generation EU, varato dall’Unione europea per integrare il Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 alla luce delle conseguenze economiche e sociali della pandemia da COVID-19.

Il programma – conclude la nota – ha l’obiettivo di sostenere le riforme e gli investimenti, anche in vista della transizione verde e digitale, al fine di agevolare una ripresa duratura, sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, di migliorare la resilienza delle economie dell’Unione e di ridurre le divergenze economiche fra gli Stati membri.

Riaprire completamente l’attività di ristoranti e bar, fornendo protocolli di sicurezza adeguati a garantire consumatori e lavoratori. A chiederlo è Fiepet, l’associazione dei pubblici esercizi Confesercenti.

“Dopo tanti giorni di chiusura – scrive il Presidente Giancarlo Banchieri nel documento politico – il comparto rischia seriamente di non sopravvivere. Le imprese chiedono solo di poter fare il proprio lavoro, nella sicurezza di tutti. Secondo le nostre stime, nel 2020 il fatturato delle imprese registrerà una riduzione di 30 miliardi di euro. Un colpo che mette a rischio 120mila posti di lavoro”.

“È necessario – continua – un robusto intervento a sostegno del comparto, per tamponare una crisi apparentemente infinita. Vanno introdotti meccanismi di “decontribuzione”, in grado di incentivare le assunzioni e il rientro dei lavoratori dalla cassa integrazione; occorrono interventi netti: la cancellazione dell’IMU anche per tutto il 2021, il tax credit per le locazioni, esenzione di ..

L’associazione: scenario destinato a peggiorare, senza interventi correttivi rischio desertificazione città

I negozi tradizionali soccombono alla crisi pandemica. Il debole recupero delle vendite che si era visto durante i mesi estivi è andato in fumo con la seconda ondata del virus ed il ritorno alle misure di contenimento. E dopo il calo del -1,8% delle vendite già subito a settembre, anche ad ottobre i negozi registrano una performance negativa, con un arretramento del -3,2%. Tra i più colpiti il comparto dell’abbigliamento e delle calzature, che si avvia a perdere nell’anno un terzo delle vendite.

Così l’Ufficio economico Confesercenti commenta i dati diffusi oggi dall’Istat sul commercio al dettaglio di ottobre.

Nuovo balzo in avanti, invece, del commercio elettronico: +54.6% che supera l’incremento di maggio e giugno e stabilisce il record di crescita; mentre resiste la Grande distribuzione non alimentare che comunque fa registrare un +1.4%.

Uno scenario allarmante e destin..

Al centro dell’intervista crisi economica, crollo consumi e interventi per le imprese

Intervista alla presidente di Confesercenti Patrizia De Luise su Class Cnbc. Focus sulla crisi dell’economia italiana, il crollo dei consumi e la necessità di interventi rapidi e strutturali per le imprese.

“Per i nuovi provvedimenti – le parole della presidente De Luise – è necessario mettere al centro soprattutto due cose. Innanzitutto far presto con i ristori che servono per l’emergenza ma i tempi devono essere certi e veloci per le imprese. E poi intervenire sulla pressione fiscale perché lo spostamento degli impegni fiscali non risolve il problema. Le imprese non lavorano e si trovano un accumulo di ‘debiti’ nei confronti del fisco. Chiediamo una fiscalità di vantaggio che permetta alle imprese di lavorare in tranquillità sapendo che alla ripresa ci sarà la possibilità di rivedere il piano fiscale”.

GUARDA L’INTERVISTA COMPLETA

Nuove misure per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il Dpcm del 3 dicembre contenente le nuove misure per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Il premier ha anticipato in conferenza stampa i contenuti del nuovo decreto. Di seguito i principali argomenti affrontati da Conte.

– Sistema aree di rischio. Verrà ancora applicato il sistema delle regioni colorate. Il meccanismo permette di dosare gli interventi, adottando misure differenziate su base territoriale e in base al rischio effettivo dei territori. In un mese l’indice Rt è calato sotto l’1 (attualmente è a 0,91); si è registrato un calo del numero degli accessi ai pronti soccorsi e a ricoveri e terapie intensive. È ragionevole prevedere che nel giro di un paio di settimane tutte le regioni saranno gialle. Si sta evitando un lockdown generalizzato che sarebbe stato molto penalizzante in termini economici e sociali.

– Spostamenti. Dal 21 dicem..

Con lo stop nei giorni festivi e prefestivi a dicembre attività chiuse per 13 giorni. Fermi anche tra il 5 e l’8 dicembre, quando inizia corsa ai regali. Chiederemo subito sospensione cautelativa della misura
Continuare ad obbligare i negozi dei centri e delle gallerie commerciali in tutto il territorio nazionale a chiudere nei giorni festivi e prefestivi è un grave errore, da correggere subito. Anche perché, a dicembre, i giorni festivi e prefestivi sono molti: in totale 13 giorni sui 28 rimanenti del mese, praticamente la metà, con uno stop di quattro giorni dal 5 all’8 dicembre, proprio all’inizio della corsa ai regali. Così si crea non solo un danno economico irreparabile alle imprese, ma si introduce anche un elemento distorsivo della concorrenza: negozi della stessa tipologia, all’esterno dei centri commerciali, potranno infatti rimanere aperti. Per non parlare dell’online.

Così Confesercenti commenta i provvedimenti contenuti nella bozza del nuovo DPCM.

Già due settimane fa, ..

I Gestori: garantiamo servizio essenziale, sostenendo costi e con vendite in picchiata, ma il governo ci esclude dai “ristori”
Dalla sera di lunedì 14 dicembre prossimo e fino alla mattina di giovedì 17, gli impianti di distribuzione carburanti, sia in rete ordinaria che su viabilità autostradale, saranno chiusi per sciopero.

Lo annunciano in un comunicato congiunto le Organizzazioni di categoria, Faib Confesercenti, Fegica
Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio.

La decisione si è “resa necessaria in conseguenza della inspiegabile indisponibilità del Governo ad inserire le piccole e piccolissime imprese di gestione a cui sono affidati gli impianti, nel novero delle categorie che beneficiano dei provvedimenti di sostegno inseriti nei diversi “Decreti Ristori”.

“Come è noto, la distribuzione carburanti è classificata come servizio pubblico essenziale, dovendo garantire, pur nelle attuali come già nelle passate circostanze emergenziali, la continuità e regolarità dell’attività, nell’interes..

100 miliardi di consumi in meno rispetto al 2019. Turismo e commercio tradizionale settori più colpiti

La nota odierna diffusa dall’Istat conferma il fortissimo calo, purtroppo atteso, del prodotto per quest’anno: il 9% circa, cifra difficilmente rintracciabile in tempo di pace. Il balzo del terzo trimestre, infatti, non basterà a compensare il peggioramento della situazione economica con la seconda fase dell’epidemia. Mentre la novità è la forte riduzione delle previsioni di crescita per il 2021: dal 6% previsto dal governo nella Nadef, si passa al 4%. Una ripresa, dunque, più faticosa del previsto e che sarà legata al miglioramento delle aspettative con l’arrivo dei vaccini.

Così l’Ufficio economico Confesercenti commenta i dati diffusi oggi dall’Istat sulle prospettive dell’economia italiana nel 2020-2021.

I consumi delle famiglie subiscono un vero crollo: – 10% quest’anno e una ripresa (4,5%) il prossimo che seguirà da vicino la traiettoria del Pil: non eclatante rispetto alle a..

Possibile, dal 21 dicembre al 6 gennaio, rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione

Il Consiglio dei Ministri si è riunito mercoledì 2 dicembre 2020, alle ore 22.05, a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Giuseppe Conte. Segretario il Sottosegretario alla Presidenza Riccardo Fraccaro.

Per quanto riguarda l’emergenza Covid: il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro della salute Roberto Speranza, ha approvato un decreto-legge che introduce modificazioni urgenti della legislazione emergenziale per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19.

Il testo estende il limite massimo di vigenza dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) attuativi delle norme emergenziali, portandolo dagli attuali trenta a cinquanta giorni.

Inoltre, si stabilisce che:

dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 saranno vietati gli spostamenti tra Regioni diverse (compresi quelli da o verso le provi..