L’inflazione torna a rialzare la testa, anche per via delle tensioni internazionali che stanno iniziando ad avere un impatto sulle catene di approvvigionamento. La risalita registrata da Istat a gennaio, però, non pregiudica il processo di rientro dei prezzi in atto.
Così Confesercenti.
Come avevamo anticipato nei mesi precedenti, il clima di incertezza non poteva non avere un effetto anche sulla dinamica inflazionistica. Anche perché il processo disinflattivo in corso nella seconda metà del 2023 era senz’altro positivo, ma frutto in gran parte sia di un effetto statistico che derivava dal confronto con i mesi del 2022 di forte impennata dei prezzi, sia di un processo di rallentamento del prezzo delle commodities e, in particolare, degli energetici.
Nonostante la risalita di inizio anno, però, la rilevazione odierna è ancora in linea con un robusto rientro della dinamica inflazionistica, anche se difficilmente si raggiungerà il fatidico livello del 2% nel 2024, collocando invece più plausibilmente il valore intorno al 2,5%, oltretutto in uno scenario caratterizzato dal perdurare di forti tensioni sui mercati mondiali dovute soprattutto ad eventi extraeconomici.
Per questo, auspichiamo che non sia qualche decimale a far invertire una rotta – peraltro ancora non chiaramente tracciata – di allentamento delle condizioni monetarie, con il rischio di avvitamento di una situazione ancora non risolta: occorre iniziare a ridurre il costo del denaro, che è il vero fardello che incide negativamente su famiglie ed imprese, per ridare una boccata di ossigeno all’economia.
L'articolo Prezzi, Confesercenti: inflazione in lieve risalita, pesano tensioni internazionali. Ma rientro è ancora in corso proviene da Confesercenti Nazionale.