Bene proroga dl bollette per famiglie e imprese, ma aumento tassi Bce danno per economia reale
L’inflazione abbassa la testa a giugno: il dato anticipatore sui prezzi registrato da Istat è una buona notizia perché indica non solo uno stop rispetto a maggio – quando invece ancora si registrava un aumento dello 0,3% – ma soprattutto un’ulteriore discesa rispetto allo scorso anno. Ma preoccupa il fatto che la decelerazione possa essere generata da una contrazione dei consumi.
Così Confesercenti.
Prosegue, infatti, l’erosione del risparmio disponibile delle famiglie che stanno ancora attingendo, dove possibile, alle riserve per mantenere i propri livelli di consumi ma che potrebbero aver deciso di effettuare ulteriori selezioni, visto che già le spese obbligate guidate dai prezzi degli energetici e, ad esempio, il pagamento di interessi crescenti sui mutui hanno spostato e continuano a drenare risorse verso voci incomprimibili.
In questo scenario, va certamente nella giusta direzione la proroga a settembre degli aiuti in bolletta per le famiglie e le imprese deciso dal Governo, poiché l’urgenza è quella di sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e dunque i consumi. Da gennaio ad oggi, infatti, il tasso d’inflazione è passato dal 10 al 6,4%: ciononostante, rileviamo che la decelerazione procede ad un ritmo lento e sostanzialmente, per ora, la previsione di un 5,7% per l’anno non è scalfita, così come la prospettiva che ci vogliano almeno altri 2 anni per riposizionare la dinamica dei prezzi intorno al 2%.
Il quadro di alta inflazione condiziona fortemente anche le imprese e la politica monetaria di continui aumenti dei tassi di interesse della Bce sta avendo conseguenze pesanti su credito, investimenti, consumi e dunque sull’economia reale senza agire efficacemente sui prezzi: di questo passo, non solo si frena la crescita ma si rischiano pesanti conseguenze per il tessuto economico del Paese.
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