Regole chiare, uguali per tutti e controlli per arginare il fenomeno dell’abusivismo, assicurazione obbligatoria, formazione professionale continua e soprattutto il riconoscimento a livello nazionale di guida turistica. Queste alcune delle principali novità contenute nella nuova legge di riforma delle guide turistiche, agli ultimi ritocchi, che il ministro del Turismo Daniela Santanchè sta predisponendo per regolamentare l’accesso e lo svolgimento della professione di guida turistica attraverso uno standard omogeneo a livello nazionale.
L’attesa disciplina, attesa da anni, si rivolge ad una platea di circa 25mila professionisti operanti in Italia dei quali l’87,9% sono di nazionalità italiana e il 12 % di madre lingua straniera. Una riforma dell’ordinamento professionale che ”andrà attuata entro il 31 dicembre di quest’anno vista la scadenza imposta dagli obiettivi del Pnrr” ha sottolineato la stessa Santanchè.
”Siamo sopraffatti dagli abusivi, chiunque pensa di poter svolgere una visita guidata, ora basta con il Far West”. A descrivere lo stato del settore all’Adnkronos è Micol Caramello, presidente di Federagit- Confesercenti, che ha partecipato, di recente, al terzo incontro con il ministro Santanché, per la messa a punto del disegno di legge che vedrà presto la luce.
Allo stato attuale infatti, la materia è regolata da normative regionali e dalla legge europea 97 del 2013 che prevede, tra l’altro, che le guide turistiche, se abilitate ad esercitare la professione in altri Stati membri, possono operare in regime di libera prestazione di servizi sul territorio nazionale senza necessità di ulteriori autorizzazioni o abilitazioni.
”Il testo ha recepito la fine della territorialità, non saremo più guide regionali o provinciali ma guide nazionali, purtroppo, lo vuole l’Europa, anche se di fatto continueremo a operare nei territori di appartenenza. Ma la riforma è necessarissima – sottolinea con enfasi Caramello – in quanto vengono accolte una serie di richieste da noi avanzate affinché non ci sia una discriminazione tra guide italiane e guide europee che vengono in Italia. Ad oggi, infatti le guide straniere possono esercitare una libera prestazione con i loro gruppi, ne fanno richiesta una volta all’anno e poi se ne vanno, ma il punto è che ci sono persone che lavorano stabilmente in Italia perché non ci sono controlli” spiega la rappresentante delle guide italiane.
”Invece se una guida tedesca, olandese o belga – prosegue – attualmente volesse trasferirsi in Italia dovrebbe fare richiesta e accedere alla professione con una misura compensativa (un tutoraggio o un esame), comunque a livello territoriale”. Per questo motivo Federagit, insieme ad altre associazioni di settore, ha chiesto ”regole chiare e controlli a campione. Questa legge interviene proprio perché non ci devono essere figli e figliastri”.
Poi sulla ripresa del turismo in Italia dopo la crisi sanitaria Caramello spiega: ”Le visite guidate nel Belpaese stanno vivendo una ripresa difficile perché si è passati rapidamente da zero richieste, durante la pandemia, a 100 e, in alcuni casi, la riorganizzazione non è immediata. Nel frattempo molte guide hanno cambiato lavoro, tante si sono date all’insegnamento perché questo mestiere rappresentava l’unica fonte di reddito”. Ed ancora: ”C’è una grande richiesta da parte delle scolaresche che hanno ripreso a fare le gite ed inoltre oggi stanno tornando gli stranieri che sono grandi fruitori di visite guidate”.
Ed ancora: ”Sul riconoscimento dei titoli di guide turistiche nazionali, c’è stato un vero e proprio mercato a livello europeo, molti hanno lucrato perché attualmente in Italia non si possono fare corsi abilitanti, bloccati per l’assenza di una legge nazionale. E così molti italiani sono andati, ad esempio, in Romania, dove c’è la possibilità di frequentare appunto corsi abilitanti per ottenere il patentino di guida rumena; una volta conseguito, hanno chiesto successivamente il riconoscimento in Italia”.
”Del resto – sottolinea la presidente di Federagit – da noi c’è stata anche una indolenza della politica. Da parte nostra abbiamo sollecitato, in numerosi incontri, i ministri che si sono alternati negli ultimi dieci anni per far attuare la legge 97 del 2013 (che prevede l’istituzione di guida nazionale) ma questa legge non è mai stata attuata perché i decreti attuativi sono stati impugnati e vinti dalle Regioni” evidenzia Caramello mentre oggi l’articolato della nuova legge di riforma prevede ”una serie di norme specifiche importanti mentre, solo alcune parti, dovranno essere attuate con decreti”.
La nuova normativa prevede che il titolo di guida turistica, utile per l’esercizio della professione a livello nazionale, si ottenga previo superamento di un esame di idoneità, indetto con cadenza annuale dal Ministero del turismo; il conseguimento del titolo di guida turistica è prodromico alla successiva conseguente iscrizione all’elenco nazionale da istituire presso il Ministero del Turismo. Nella nuova riforma si precisa ”il riconoscimento dei titoli per le guide di altri Paesi europei laddove in Italia per esercitare la professione di guida è richiesta la laurea e la conoscenza di almeno due lingue straniere, ed altri titoli” evidenzia Caramello.
Inoltre si prevede ”il diritto di stabilimento e il riconoscimento delle prestazioni temporanee che vanno ad equiparare gli oneri delle guide italiane con quelli delle guide europee”. “Si disciplina l’accesso alla professione, sia su base temporanea e occasionale, che in maniera stabile, da parte di cittadini originari di uno Stato membro dell’Unione Europea e di cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea.
La nuova legge prevederà ‘l’obbligo di un’assicurazione che tutela i consumatori, mentre attualmente l’assicurazione è prevista a seconda della regione dove si svolge l’attività, in alcune è obbligatoria in altre no ed anche l’obbligo di formazione professionale continua con corsi di aggiornamento”. ”L’intenzione non è di bloccare le guide straniere ma di dare una regola corretta che tuteli noi e allo stesso tempo anche il turista” aggiunge Caramello.