Il 2023 parte in ripresa, anche se l’inflazione continua a pesare. Secondo i dati diffusi da Istat, a gennaio le vendite al dettaglio aumentano rispetto a dicembre in valore (+1,7%) e in volume (+1,2%). Un rimbalzo che coinvolge anche i prodotti non alimentari, grazie anche all’effetto dei saldi invernali 2023, partiti il 5 gennaio in tutte le regioni: le vendite di abbigliamento e calzature crescono del +8,5% rispetto a gennaio 2022, pari a un incremento +5,5% circa al netto dell’inflazione. Una partenza positiva, dunque che speriamo si confermi nei mesi successivi, nonostante la fine dei sostegni contro caro-energia per famiglie e imprese, ad ora prevista per la fine di marzo.
Così Confesercenti commenta i dati Istat sulle vendite del commercio al dettaglio di gennaio.
L’effetto del taglio degli aiuti dovrebbe essere parzialmente mitigato dal calo dei costi dell’energia e del gas, ma i fattori di incertezza non si esauriscono qui. Continua a pesare, infatti, anche l’inflazione: nonostante il lieve miglioramento rispetto al mese precedente, nel confronto con lo scorso anno continua a registrarsi una riduzione dei volumi, seppure inferiore a quella di dicembre.
Particolarmente problematica, in questo contesto, continua ad essere la situazione delle imprese operanti su piccole superfici, che registrerebbero un calo dei volumi venduti del 7,5% nell’alimentare e del 2,2% nel non alimentare. Sui consumi, inoltre, pesano le conseguenze per i bilanci di famiglie ed imprese dell’aumento dei tassi di interesse – che potrebbero drenare 9 miliardi di euro in tre anni – e del mancato sblocco del superbonus.
Bisognerà valutare, dunque, misure per evitare che queste variabili possano incidere sulla ripresa dei consumi, già pesantemente frenata, nel 2022, dalla corsa dei prezzi. In particolare, potrebbe essere opportuno prevedere un taglio più graduale degli sconti sulle bollette, per non annullare in un colpo solo il beneficio della riduzione dei prezzi di gas ed energia registrata in questi ultimi mesi.
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