A partire dal mese di novembre l’Opec+ taglierà la produzione di due milioni di barili al giorno. La prossima riunione è stata fissata a dicembre alla luce del fatto che i meeting si terranno non più ogni mese ma ogni due mesi.
“La decisione – si legge nel comunicato finale – è stata presa alla luce dell’incertezza che circonda le prospettive economiche e del mercato petrolifero globale e della necessità di migliorare le linee guida a lungo termine per il mercato e in linea con l’approccio vincente di essere proattivi”.
Per quanto riguarda le riunioni, quella del Comitato di monitoraggio ministeriale congiunto (JMMC) si terrà ogni due mesi mentre la ministeriale Opec e non Opec (ONOMM) ogni 6 mesi.
Il Comitato (JMMC) potrà tenere riunioni aggiuntive o richiedere una riunione ministeriale OPEC e non OPEC in qualsiasi momento per affrontare gli sviluppi del mercato, se necessario.
Il taglio della produzione di petrolio annunciato oggi dall’Opec+, il cartello dei paesi produttori di greggio più la Russia, aumenta in timori di un rialzo dei prezzi. E’ questa l’opinione degli analisi del settore, secondo quanto riporta il sito del quotidiano britannico ‘Guardian’.
Il presidente Usa Joe Biden ha criticato la decisione dei paesi produttori definendola “miope”, dicendo che il taglio “non era necessario” e aggiungendo di essere “preoccupato”. In una dichiarazione la Casa Bianca fa sapere che “l’amministrazione si consulterà con il Congresso su ulteriori strumenti e meccanismi per ridurre il controllo del cartello sui prezzi dell’energia”.
“Il taglio è il maggiore dall’aprile 2020 e va nella direzione di mantenere i prezzi alti dopo sette anni di un mercato relativamente debole. Dopo aver superato i 100 dollari al barile nei primi sei mesi del 2022 i prezzi sono scesi del 32% negli ultimi quattro mesi, con il Brent, che è andato per la prima volta sotto gli 83 dollari al barile da gennaio.
I membri dell’Opec+ hanno tenuto a precisare che le decisioni prese vanno viste come una risposta tecnica a un’economia globale in declino, in particolare in Cina, dove le restrizioni legate al Covid-19 hanno danneggiato la domanda di petrolio.
“La decisione dell’Opec+ di tagliare la produzione di petrolio – ha detto affermato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov – è finalizzata “solo a stabilizzare il mercato petrolifero. Qui – ha detto il portavoce di Putin – non si parla di solidarietà con un Paese in particolare”.
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