La crescita della spesa non deve superare il Pil potenziale
La Commissione europea “giudica che siano presenti le condizioni per mantenere la clausola generale di sospensione del patto di stabilità e di crescita anche nel 2023 e per disattivarla dal 2024”.
Lo si legge nella comunicazione pubblicata dall’esecutivo comunitario, che tuttavia accompagna questa proposta di proroga con una serie di condizioni che di fatto limitano le possibilità di spesa,
soprattutto nei paesi ad alto debito, sul prossimo anno e ancor più sui successivi.
Il mantenimento della clausola di sospensione sul 2023 “fornirà, ove necessario, lo spazio per le politiche nazionali per reagire prontamente” ai problemi derivanti da guerra in Ucraina e sanzioni contro la Russia “assicurando al tempo stesso una morbida transizione dall’ampio supporto generalizzato all’economia adottato nei tempi della pandemia, verso misure temporanee e mirate”. In generale l’Ue raccomanda “politiche di bilancio prudenti sul 2023”.
E nelle documentazioni allegate alla comunicazione, Bruxelles precisa nei dettagli quali siano le sue raccomandazioni per i paesi ad alto debito, come l’Italia. La prima è che “devono limitare la crescita della spesa corrente finanziata su base nazionale al di sotto del potenziale di crescita di medio termine”, aprendo alla possibilità di intervenire con “aiuti temporanei e mirati a imprese e famiglie più vulnerabili agli alti prezzi dell’energia” e sui profughi dell’Ucraina.
“Per il periodo successivo al 2023 questi paesi devono perseguire una politica di bilancio che punti raggiungere posizioni di medio termine prudenti – aggiunge la Commissione – e assicurare una riduzione credibile e graduale del debito, e sostenibilità nel medio termine, tramite un risanamento progressivo, investimenti e riforme”.
L'articolo Ue: ok stop Patto stabilità 2023, ma limiti a Paesi ad alto debito proviene da Confesercenti Nazionale.