Inflazione al top da gennaio 2013, per balzo prezzi energia
Accelera l’inflazione ad agosto. L’indice calcolato dall’Istat, ha segnato un aumento dello 0,4% su base mensile e del 2,0% su base annua (da +1,9% del mese precedente). La stima preliminare era +2,1% su anno e +0,5% su mese.
La lieve accelerazione tendenziale dell’inflazione, spiega l’istituto, si deve prevalentemente a quella dei prezzi dei Beni energetici (da +18,6% di luglio a +19,8%) e in particolare di quelli della componente non regolamentata (da +11,2% a +12,8%), mentre i prezzi della componente regolamentata continuano a registrare una crescita molto ampia (e in lieve accelerazione da +34,2% a +34,4%). Contribuiscono a questa dinamica, ma in misura minore, i prezzi degli Alimentari non lavorati (che invertono la tendenza da -0,2% a +0,8%), mentre i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti amplificano di poco la loro flessione (da -0,2% a -0,4%).
L’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane stabile a +0,6%, mentre quella al netto dei soli beni energetici accelera lievemente da +0,4% di luglio a +0,5%. L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto da una parte a fattori stagionali che influenzano la crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,8%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,7%) e dall’altra ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+1,7%) e degli Alimentari non lavorati (+0,4%). L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,7% per l’indice generale e a +0,9% per la componente di fondo. I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona tornano a crescere (+0,6% dalla variazione tendenziale nulla di luglio); quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto
accelerano (da +2,0% a +2,4%).
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 2,5% su base annua (da +1,0% di luglio); la stima preliminare era +2,6%. La marcata accelerazione dell’Ipca, sottolinea l’Istat, si deve al confronto con lo scorso anno, quando i saldi estivi (di cui il Nic non tiene conto) iniziarono ad agosto nella maggior parte delle regioni; infatti i prezzi di Abbigliamento e calzature registrano un calo congiunturale (-5,3%) molto meno ampio di quello di agosto 2020 (-18,6%), determinando così, per questa divisione di spesa, un’inversione di tendenza da -12,1% di luglio a +2,4% su base annua e una più marcata accelerazione dell’indice generale, rispetto a quella osservata nel Nic. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,5% su base mensile e del 2,1% su base annua.
“Ad agosto l’inflazione continua ad accelerare, portandosi a un livello che non si registrava da gennaio 2013 (quando fu +2,2%), a causa per lo più dei prezzi dei Beni energetici che continuano a registrare una crescita molto ampia sia per la componente regolamentata sia per quella non regolamentata”, conclude l’Istat commentando il dato del mese passato evidenziando anche che “pur aumentando su base annua a un tasso inferiore al punto percentuale, accelerano però anche i prezzi dei Beni alimentari, in particolare quelli non lavorati. Questo andamento determina così il ritorno alla crescita dei prezzi del cosiddetto carrello della spesa (non accadeva da febbraio 2021)”.