Meno tasse su ceti medi e famiglie
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha trasmesso, nella serata del 15 settembre, ai presidenti di Camera e Senato la proposta, che si compone di 38 pagine e 32 slide, delle linee guida per la definizione del Piano italiano di ripresa e resilienza per accedere ai fondi previsti dal Recovery Fund.
Il documento è diviso in cinque sezioni. Nella prima si definisce il contesto economico e sociale italiano ed il piano di rilancio del governo, basato su nove “direttrici di intervento”. Quindi elenca gli obiettivi e le sfide per l’Italia e si sofferma sui criteri di selezione dei progetti. Poi ci sono le politiche e le riforme di supporto al piano, dalla Pubblica amministrazione alla ricerca al Fisco, Giustizia e Lavoro. Infine, le risorse disponibili e la politica di bilancio.
Recovery plan: in linee guida 6 missioni, da equità a green
Il Pnrr italiano prevede, nelle linee guida che il governo ha inviato al Parlamento, sei missioni. Le missioni, si legge nel documento, rappresentano aree tematiche strutturali di intervento e sono: Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per la mobilità; Istruzione, formazione, ricerca e cultura; Equità sociale, di genere e territoriale; Salute.
Obiettivo raddoppio Pil e più lavoro
Tra i principali «obiettivi quantitativi» che il governo punta a realizzare con le proposte del piano Next Generetion Eu, ci sono: raddoppiare il tasso di crescita dell’Economia italiana portandolo dalla media del +0,8% dell’ultimo decennio ad un livello in linea con la media europea dell’1,6%; aumentare gli investimenti portandoli al 3% del Pil, conseguire un aumento del tasso di occupazione di 10 punti percentuali salendo dall’attuale 63% dell’Italia al 73,2% dell’attuale media Ue; portare la spesa per ricerca e sviluppo al 2,1% rispetto all’attuale 1,3%.
«Ok progetti in base a impatto Pil e costi»
Le linee guida sul Pnrr che il governo ha inviato al Parlamento fissano inoltre dei “criteri stringenti” di ammissibilità alle risorse del Recovery fund per i progetti da finanziare, che devono presentare «piena coerenza» con gli obiettivi strategici e macrosettoriali del Pnrr; «significativo impatto positivo» su crescita del Pil potenziale e dell’occupazione; costi e impatti economici, ambientali e sociali «quantificabili, motivati e ragionevoli»; «esplicitazione dei legami della coerenza con riforme e politiche di supporto»; indicazione della tempistica e modalità di attuazione, con target intermedi e finali; «chiara identificazione» del soggetto attuatore. Infine «se integrano progetti esistenti – si legge nel documento – devono rafforzarli credibilmente».
Meno tasse su ceti medi e famiglie
Uno dei punti delle linee guida indicato nel capitolo ”Fisco“ prevede «una riforma complessiva della tassazione diretta e indiretta, finalizzata a disegnare un fisco equo semplice e trasparente per i cittadini, che riduca in particolare la pressione fiscale sui ceti medi e le famiglie con figli e acceleri la transizione del sistema economico verso una maggiore sostenibilità ambientale». Si prevede inoltre di trasferire l’onere «dalle persone alle cose» e un «alleggerimento della pressione fiscale unitamente ad un sistema impositivo favorevole alla crescita». «Il governo – viene spiegato – ha deciso di disattivare anche tutti gli aumenti di Iva e accise previsti dalle clausole di salvaguardia».
Missione digitalizzazione, da rete unica a 5G
Il «completamento della rete nazionale di telecomunicazioni in fibra ottica», interventi «per lo sviluppo del 5G» ma anche la realizzazione di data center e cloud e l’arrivo dell’«Identità Digitale Unica per cittadini e imprese». Sono questi alcuni dei capitoli previsti da una delle sei ‘missioni’ – quella relativa a ‘digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo’ – indicate nelle linee guida per il Recovery Plan che il governo ha inviato in Parlamento.
In linee guida anche salario minimo
Nelle linee guida del Piano nazionale di ripresa e resilienza inviate dal governo al Parlamento entra anche il salario minimo. «L’introduzione del salario minimo legale – si legge nel documento – garantirà ai lavoratori nei settori a basso tasso di sindacalizzazione un livello di reddito collegato ad uno standard minimo dignitoso, evitando al contempo dumping contrattuale e rafforzando la contrattazione nei settori in cui è più debole». La tutela dei lavoratori più fragili sarà inoltre realizzata attraverso il rafforzamento della contrattazione collettiva nazionale e della rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro.
Missione infrastrutture, AV e corridoi ferrovie
Tra gli obiettivi indicati nella missione “Infrastrutture per la mobilità” ci sono il completamento dei corridoi ferroviari TEN-T, l’alta velocità per passeggeri e merci, lo sviluppo della rete stradale, autostradale, ponti, viadotti e portualità, smart districts e mobilità pubblica e privata a impatto ambientale sostenibile.
Missione equità,si parte da Family act e riforma Irpef
Nella missione “Equità sociale, di genere e territoriale” rientrano invece il rafforzamento delle politiche attive anche a favore dell’occupazione giovanile, il contrasto al lavoro sommerso, l’«empowerment femminile» con percorsi di formazione, occupabilità e autoimprenditorialità a favore delle donne e con l’obiettivo di ridurre il gender pay gap. Centrali il Family act «raccordato alla riforma dell’Irpef» e l’attuazione del Piano Sud 2030.
Sanità, più letti e fascicolo digitale
Migliorare la qualità ricettiva degli ospedali, compresi i letti in terapia intensiva, investire nella digitalizzazione dell’assistenza medica, promuovendo la diffusione del fascicolo sanitario elettronico e la telemedicina, rafforzare la prossimità delle strutture del SSN, sostenere la ricerca medica, immunologica e farmaceutica. Sono alcuni degli obiettivi della missione salute indicati nelle linee guida del Pnrr. «Uno specifico investimento – si legge – sarà prontamente avviato sulla cronicità e le cure a domicilio per superare le attuali carenze del sistema delle Rsa».
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