Dubbi su blocco licenziamenti, non può sostituire politiche attive
La Cig si complica ancora. Da quanto apprendiamo dalle bozze circolanti del Dl Agosto, a fronte di una benvenuta proroga degli ammortizzatori sociali, aumentano i costi di accesso e la complessità burocratica. Un quadro reso ancora più difficile dalla previsione di un allungamento del blocco dei licenziamenti. Un intervento che suscita molte perplessità, perché sembra individuare nelle imprese un ‘sostituto’ delle politiche attive a favore dei lavoratori.
Così Confesercenti.
La priorità delle piccole e medie imprese è senz’altro quella di mantenere il più possibile intatti i livelli occupazionali. Gli imprenditori però sono anche tenuti a fare scelte, procedendo a riorganizzazioni e, a volte, anche a chiusure delle attività.
Tutelare il lavoro è giusto, ma bisogna fare altrettanto per le imprese oggi in grave difficoltà. La soluzione non può essere quella di impedire licenziamenti obbligati dalle circostanze. Piuttosto, si devono garantire tutele e nuove opportunità a chi ha perso o perderà il lavoro. Misure come il blocco dei licenziamenti non fanno altro che spostare in avanti i problemi senza risolverli.
La priorità deve essere l’attuazione delle politiche attive collegate alla ridefinizione del tessuto imprenditoriale, mediante sostegni economici per la creazione di nuove strategie aziendali e di business da cui far derivare nuova occupazione. I lavoratori debbono trovare nelle politiche attive la soluzione al futuro. Il mantenimento della posizione professionale mediante divieto di licenziamento non fa bene all’economia del paese: è assurdo cristallizzare situazioni che non funzionano, impedendo di licenziare ad un’azienda che ne ha bisogno. Il blocco disposto durante l’emergenza non può diventare strutturale.
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