Il presidente Camillini: “Un’imposta al 10% aiuterebbe la sopravvivenza di molti esercizi di settore”
Durante il lockdown per l’emergenza coronavirus gli alimenti per cani e gatti sono stati considerati beni essenziali, eppure su di essi c’è ancora l’Iva al 22%, la stessa applicata ai beni di lusso. Chiediamo al Governo che su di essi venga applicata l’Iva agevolata al 10%, per aiutare non solo le famiglie che hanno un animale domestico, quasi una su due, ma anche i proprietari di negozi di animali, messi duramente alla prova dall’emergenza coronavirus”.
Così Virgilio Camillini, presidente Aisad Confesercenti, l’Associazione italiana imprese settore animali domestici che aggiunge: “Questo periodo ha messo duramente alla prova il nostro Paese. Abbiamo famiglie che hanno visto drasticamente ridursi il loro bilancio familiare, alcuni hanno perso il lavoro. In questo quadro e con questa tassazione gli animali da compagnia rischiano di diventare un lusso che non tutti si potranno più permettere. Molti negozianti del nostro comparto, che già subivano la concorrenza di altre reti di vendita e a mala pena sopravvivevano, si vedranno costretti a chiudere, con conseguente crisi di ulteriori nuclei familiari”.
“Un’Iva agevolata andrebbe a vantaggio di tutti – sottolinea Camillini – dei proprietari di animali, di noi commercianti evitando a molti di abbassare definitivamente la saracinesca ed anche degli altri rami della filiera, dalla produzione alla distribuzione”.
“Come ogni anno mi unisco agli appelli – conclude il Presidente Aisad – contro l’abbandono degli animali durante il periodo estivo. Circa il 30% degli abbandoni si verifica proprio in concomitanza dell’estate. Ricordo che oltre ad essere un gesto deplorevole è vietato i sensi dell’art. 727 del codice penale. Quindi buone vacanze con i vostri amici a quattro zampe”.
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