Secondo il bollettino di luglio della Banca Centrale le “prospettive sono molto incerte”
“L’epidemia di Covid19 ha avuto impatti fortemente negativi sulle offerte di lavoro, diminuite “in modo significativo” in tutta l’aerea euro”.
E’ quanto si legge nel bollettino economico della Bce di luglio. Per quanto riguarda l’Italia, all’inizio del lockdown (21 febbraio) l’aumento su base annua dell’indicatore relativo alle offerte di lavoro si attestava a +14,2. A causa dell’epidemia il tasso di assunzioni è “passato in territorio fortemente negativo” e al 20 giugno segna un -33,1 in Italia, dove – ancora più che negli altri Paesi europei – hanno registrato un vero crollo le assunzioni nel settore delle attività ricreative e dei viaggio (-77,9) mentre hanno contenuto il calo (-9,9) quelle nel nel settore dei servizi sanitari.
“Le informazioni pervenute dopo l’ultima riunione di politica monetaria, tenutasi all’inizio di giugno – emerge dal bollettino – segnalano una ripresa dell’economia dell’area dell’euro, sebbene il livello dell’attività rimanga ben al di sotto dei livelli antecedenti la pandemia di coronavirus (COVID-19) e le prospettive restino fortemente incerte”.
La Bce precisa che “le prospettive economiche sono caratterizzate da elevata incertezza e soggette a rischi al ribasso”. “Le misure di politica monetaria della Bce – prosegue il rapporto – si stanno gradualmente trasferendo all’economia dell’area euro, fornendo un sostegno essenziale alla ripresa e contribuendo a compensare lo spostamento verso il basso, connesso alla pandemia, del profilo previsto per l’inflazione”.
Anche se le politiche di contenimento “si sono alleggerite in tutto il mondo, la ripresa a livello internazionale rimane disomogenea, incerta e incompleta. I dati delle indagini congiunturali indicano che la contrazione senza precedenti dell’economia mondiale registrata nel primo semestre del 2020 ha superato il punto di minimo; d’altra parte, il cauto comportamento dei consumatori segnala, in prospettiva, una dinamica di crescita contenuta”.
Mentre la ripresa “procede” in Cina, “le prospettive rimangono molto incerte negli Stati Uniti, sebbene i dati abbiano evidenziato alcune inaspettate notizie positive. Anche nel Regno Unito e in Giappone gli indicatori segnalano che la contrazione in alcuni settori ha superato il punto di minimo, sebbene i livelli di attività rimangano molto deboli. In tale contesto, l’inflazione mondiale resta contenuta”.
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