Ministero eviti cambio di regole in corsa. Ipotesi di modifica alle modalità d’accesso raddoppierebbe adempimenti. Si rischia il blocco delle domande già inoltrate
Dal Dl Semplificazioni alla fiera delle complicazioni il passo è breve. Il decreto dimentica il lavoro, e sulla cassa integrazione esplode il caos burocratico. A quanto si apprende da note informali del Ministero del Lavoro che stanno circolando in queste ore, infatti, è previsto un cambio delle modalità di accesso alla CIG che renderà la procedura ancora più complessa, con un raddoppio dei passaggi burocratici necessari per i recuperi delle prime 9 settimane e l’accesso alle ulteriori 5 settimane. E che rischia di bloccare migliaia di domande già inoltrate dalle imprese.
Così Confesercenti.
In particolare, la modifica – che arriva a procedure già avviate – obbliga le imprese a presentare due domande distinte per beneficiare degli ammortizzatori sociali per i periodi successivi rispetto alle nove previste inizialmente. Una duplicazione degli adempimenti formali e i momenti di verifica che renderebbe ancora più lento e farraginoso l’accesso agli strumenti: secondo le nostre stime, la burocrazia delle richieste di cassaintegrazione è già costata alle imprese italiane circa 200mila ore di lavoro. Un quadro reso ancora più grave dai ritardi dell’effettiva erogazione delle risorse.
“In questa fase, la questione degli ammortizzatori sociali è di fondamentale importanza. Per questo, in materia di lavoro, speravamo nell’arrivo di procedure semplificate ed efficienti”, spiega Mauro Bussoni, Segretario Generale Confesercenti. “Il percorso per accedere ai benefici della cassaintegrazione è un inferno dantesco della burocrazia, ed è stato ulteriormente complicato dal continuo susseguirsi – praticamente su base giornaliera – di decreti interministeriali, circolari INPS e del Ministero del Lavoro spesso in contraddizione tra loro. Un caos burocratico cui si sommano anche i ritardi di erogazione delle prestazioni legate al Fondo di integrazione salariale”.
“La semplificazione degli ammortizzatori sociali ed una loro riforma strutturale è fondamentale. Non possiamo continuare così: siamo tutti costretti a navigare a vista, sperando che tutto vada per il meglio”, conclude Bussoni. “Il Ministero del Lavoro eviti l’ennesimo cambiamento di regole in corsa e, insieme all’INPS, lavori urgentemente per rendere l’accesso alla cassaintegrazione il più semplice possibile. Un blocco delle domande già inoltrate sarebbe gravissimo: ci sono oltre 2,3 milioni di lavoratori in cassaintegrazione in deroga o in FIS. E la maggior parte delle imprese ha l’esigenza di estendere la durata degli ammortizzatori sociali fino a dicembre 2020, ma purtroppo
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