Evitare aumento IVA, o nel 2017 perderemo un altro 0,2% di Pil
Dall’outlook OCSE arriva l’ennesima conferma del rallentamento della nostra ripresa, con una netta revisione al ribasso delle stime del Pil italiano nei prossimi due anni. Per uscire dall’impasse dobbiamo puntare al sostegno dell’economia reale, con una legge di bilancio decisamente a favore della crescita. Così Confesercenti commenta le previsioni macroeconomiche rilasciate oggi dall’OCSE.
Il rallentamento ha una dimensione globale ed è dovuto in primo luogo alla frenata del commercio mondiale, che ha coinciso proprio con l’avvio della ripresa italiana, indebolendola: secondo le valutazioni Cer-Confesercenti, il calo degli scambi ha ridotto di circa 4 decimi di punto di Pil la crescita nell’ultimo biennio. Ma scontiamo anche la patologia tutta interna della debolezza degli investimenti, a sua volta dovuta a prospettive incerte sulla domanda interna ed internazionale ed aggravata dal regime di razionamento del credito in cui il nostro sistema imprenditoriale continua ad operare. Dall’inizio del 2015 ad oggi i finanziamenti concessi alle imprese non finanziarie e alle famiglie consumatrici sono diminuiti del 6 per cento circa: in questo contesto sarà molto difficile che gli investimenti possano ripartire.
La strada per liberarci dalla ‘trappola della bassa crescita’ deve passare attraverso misure di stimolo all’economia. L’auspicio è che l’Europa riconosca il mutato contesto internazionale e ci consenta maggiori margini di manovra. Sarà fondamentale, in primis, mantenere la promessa sterilizzazione delle clausole di salvaguardia ed il conseguente aumento IVA. Anche perché ci porterebbe ad un avvitamento: secondo le simulazioni Ref ricerche per Confesercenti, l’aumento delle aliquote impatterebbe non solo sui consumi, ma su tutto il Pil, togliendo alla crescita nel 2017 un ulteriore 0,2%.
Servono però anche interventi specifici a favore delle imprese più piccole. Nel confronto con il Governo sulla prossima legge di bilancio porteremo le nostre proposte di sostegno, dalle misure fiscali premiali per le piccole imprese che decidono aumenti salariali ad un intervento per la digitalizzazione di massa delle PMI. Chiederemo anche più impegno sul credito: in una fase in cui perdurano difficoltà d’accesso, è indispensabile sostenere il sistema dei Confidi. In questi anni sono stati un argine al crollo dei finanziamenti, e dovremmo destinare al loro rafforzamento una quota del Fondo di garanzia per le PMI.
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