Confesercenti: spariti circa 600mila lavoratori indipendeti in dieci anni. Urgente intervenire, a partire dall’Irpef
L’Italia dei piccoli imprenditori, delle ditte e dei professionisti continua a sparire. I dati Istat parlano chiaro: a dicembre 2019 i lavoratori indipendenti sono diminuiti di 71mila unità sull’anno precedente, mentre nell’arco degli ultimi dieci anni ne sono spariti 600mila, uno su dieci. Una crisi occupazionale e sociale che rischia di rendere ancora più debole la ripresa dell’economia, e su cui è sempre più urgente intervenire.
Così Confesercenti commenta i dati Istat su occupati e disoccupati di dicembre.
Mentre il lavoro nel complesso dà qualche segnale di vitalità – nonostante gli stop & go gli occupati continuano a crescere e diminuiscono i senza lavoro – l’emorragia dei lavoratori indipendenti è continua e parallela a quella delle chiusure delle imprese di piccola dimensione. Da tempo abbiamo sottolineato la situazione di vera e propria emergenza vissuta dal commercio al dettaglio, ma il contagio è chiaramente distribuito tra tutte le microimprese. Nonostante questo, il mondo del lavoro autonomo è stato finora escluso da qualsiasi intervento di sgravio fiscale. Per i dipendenti, giustamente, si è predisposto il taglio del cuneo fiscale, mentre gli autonomi si sono visti sottrarre risorse già preventivamente stanziate: la legge di stabilità 2020 ha infatti eliminato ben 3,6 miliardi di euro precedentemente assegnati per l’applicazione del sistema della flat tax.
“I lavoratori indipendenti si trovano in una situazione sempre più difficile, che sono costretti ad affrontare senza ammortizzatori sociali o misure di sostegno al reddito”, commenta Patrizia De Luise, Presidente Confesercenti. “È necessario intervenire al più presto, a partire da una riforma complessiva dell’Irpef che riduca la pressione sui redditi bassi e medi e che si rivolga a tutti i contribuenti, non solo i dipendenti. Abbiamo chiesto e chiederemo ancora al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e a tutto l’esecutivo di aprire un confronto con le parti sociali su questi temi: serve un piano condiviso e sistemico per superare la fase negativa e rilanciare il lavoro indipendente e le micro e piccole imprese italiane”.
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