Corrado Luca Bianca: questo a tutela della salute pubblica, della sicurezza e della concorrenza
“Nei giorni scorsi ha avuto larga diffusione la notizia di una sentenza del Giudice di Pace, emessa a maggio 2019 ma resa nota solo di recente, con la quale è stato accolto il ricorso del titolare di un “home restaurant”, sanzionato da un Comune per aver dato inizio ad un’attività di somministrazione di alimenti e bevande nella propria abitazione, senza aver presentato la SCIA (segnalazione certificata di inizio attività), in quanto, secondo quanto asserito dai media, questa non sarebbe necessaria se l’attività non si trova in zone tutelate, indicate a titolo puramente interpretativo dalla Risoluzione del Mise 50481/2015”.
Così Corrado Luca Bianca, direttore nazionale di Fiepet, l’associazione dei pubblici esercizi Confesercenti.
“Il motivo per il quale il giudice ha accolto il ricorso, invero, è un altro: ad oggi nessuna norma disciplina la materia relativa all’avvio di un home restaurant, e dunque il fondamento dell’ordinanza di ingiunzione del Comune si basava sulla mera interpretazione del Mise, che non ha valore di legge. Va detto, sul tema, che dopo la Risoluzione ministeriale sono stati approvati Accordi in Conferenza Unificata (sulle procedure e la modulistica standard da utilizzare per l’avvio di un’attività d’impresa) in cui l’attività di home restaurant è espressamente richiamata e assoggettata ad autorizzazione o Scia, a seconda che sia compresa o meno in zone tutelate. Delle due l’una: o ha torto il Giudice di pace e l’attività in questione andava sanzionata per mancata presentazione della SCIA (o mancata richiesta di autorizzazione, se in zona tutelata), o il Giudice ha ragione perché non vi è una legislazione in materia di home restaurant e dunque la Conferenza Unificata non poteva permettersi di prevedere la relativa modulistica, non essendo l’attività disciplinata da norme di legge”.
“L’unica cosa certa, ad avviso di Fiepet Confesercenti, è che ormai è indispensabile intervenire con una normativa chiara ed uniforme a livello nazionale in tema di home restaurant, e ciò a tutela della salute pubblica, della sicurezza e della concorrenza”.
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