Patrizia De Luise: moneta elettronica non è la soluzione contro l’evasione, messaggio fuorviante. Inutili pure le multe sui Pos, senza sanzioni sono aumentati del 112% in 6 anni
“La manovra è partita bene, con lo stop agli aumenti IVA ed il taglio al cuneo fiscale. All’arrivo, però, si rischia di finire fuoristrada, in particolare, sul fisco e la moneta elettronica: abbiamo scampato la tassa sul contante, ma in cambio abbiamo avuto un diluvio di sanzioni sulle imprese”.
Così la presidente di Confesercenti Patrizia De Luise sui provvedimenti annunciati nella Legge di Bilancio e nel collegato Dl Fisco, approvati dal Cdm “salvo intese”.
“Moneta elettronica e Pos devono essere incentivati con agevolazioni, non con sanzioni e minacce. Anche perché sono inutili: tra il 2012 ed il 2018, in assenza di sanzioni, il numero di Pos in Italia è cresciuto del 112%; i pagamenti con bancomat del 37% solo negli ultimi due anni. Non ci sembra che l’evasione fiscale sia diminuita in maniera proporzionale. Introdurre delle multe vuol dire solo punire le imprese che hanno difficoltà a sostenere il peso delle commissioni su bancomat e carte di credito”.
“Riteniamo fuorviante il messaggio che la moneta elettronica sia la soluzione all’evasione”, continua la Presidente di Confesercenti. “Se poi il meccanismo di cashback – il cosiddetto bonus Befana – dovesse essere riconosciuto solo per determinati settori di attività, allora si darebbe proprio agli imprenditori di questi stessi settori una patente di potenziali evasori. Un’etichetta che non possiamo accettare”.
“L’evasione si combatte con web tax e con il collegamento fra le banche dati, che oggi non comunicano”, conclude De Luise. “Non con la lotteria dello scontrino e le sanzioni annunciate per chi non riesce a trascrivere il codice fiscale dei clienti. Uno stato efficiente dovrebbe sapere utilizzare al meglio tutte le informazioni di cui già dispone. Tra fatturazione elettronica e invio telematico dei corrispettivi, le nostre imprese sono già monitorate h24 dall’Agenzia delle Entrate”.
“In generale – conclude – troviamo deludente l’approccio verso il mondo delle imprese, per cui c’è poco. Anche Impresa 4.0 è tornata ad essere Industria 4.0, dimenticando una buona parte del mondo produttivo. Avremmo preferito, inoltre, che il taglio del cuneo fosse accompagnato da una detassazione degli aumenti retributivi, che avrebbe rilanciato contrattazione, consumi e lavoro. Facciamo affidamento che il ‘salvo intese’ ci porti qualche provvedimento più a favore di PMI”.
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