“Gli Agenti immobiliari iscritti nel ruolo e tutti gli operatori abilitati alla mediazione immobiliare non sono obbligati ad iscriversi all’Enasarco in quanto non svolgono attività riconducibili a quelle del contratto d’agenzia (ex artt. 1742 c.c.)”. È quanto affermano ANAMA – Associazione Nazionale Agenti e Mediatori d’Affari/Confesercenti e FIMAA Italia – Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari/Confcommercio in merito alle dichiarazioni e alle inserzioni a pagamento presenti in questi giorni sulla stampa con inesatte interpretazioni relative ad un protocollo di intesa tra ANAMA, FIMAA e l’Enasarco che prevedrebbe l’obbligo da parte degli Agenti abilitati alla mediazione immobiliare di iscriversi alla Fondazione Enasarco.“ANAMA e FIMAA – continua la nota congiunta delle due principali Associazioni di categoria a tutela della Mediazione in Italia – ribadiscono, inoltre, che gli sia gli Agenti Immobiliari titolari d’Agenzia sia i collaboratori dipendenti non sono soggetti all’iscrizione ad Enasarco, come anche i collaboratori con partita iva iscritti nel ruolo. Per questi ultimi, ANAMA e FIMAA hanno aperto un contenzioso con Enasarco che forte di alcune sentenze da parte della Magistratura li vorrebbe obbligare all’iscrizione presso la Fondazione. Contenzioso per il quale ANAMA e FIMAA hanno deciso di fare chiarezza attraverso le vie Istituzionali con un interpello al Ministero del Lavoro. Diverso, invece, è il caso degli eventuali collaboratori che non svolgono l’attività della mediazione immobiliare, come i collaboratori con partita iva non iscritti nel ruolo: questi, infatti, possono iscriversi alla Fondazione Enasarco in quanto la loro attività è riconducibile a quella del contratto d’agenzia se svolta con caratteristiche di continuità e stabilità. Per tali non frequenti casistiche è stato appositamente sottoscritto il 3 giugno 2013 un protocollo d’intesa con Enasarco per evitare sanzioni e ulteriori aggravi verso le Agenzie immobiliari che potrebbero subire ispezioni da parte degli organi preposti e per formalizzare posizioni lavorative chiare e trasparenti contro l’abusivismo.
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