Vietato agevolare le imprese che utilizzano prevalentemente prodotti regionali. È incostituzionale, infatti, perché viola il diritto comunitario, la legge regionale che favorisce nei bandi per i servizi di ristorazione collettiva degli enti pubblici, le priorità collegate all’utilizzo di prodotti agroalimentari «da filiera corta», «di qualità» e «a chilometro zero». Intendendo a chilometro zero, quei beni per il cui trasporto dal luogo di produzione a quello di consumo si producono meno di 25 kg di anidride carbonica equivalente per tonnellata o provengono dalla medesima regione. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza 292 depositata ieri 6 dicembre. Una questione simile, ha ricordato il Giudice delle leggi, è stata a suo tempo già presa in considerazione a proposito di un provvedimento licenziato dal Consiglio regionale della Basilicata. Ma in quella occasione la violazione contestata era stata quella della competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela della concorrenza.
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