La presidente Caramello: “Molti punti concordati, pilastri della riforma, scomparsi da testo finale. Lascia perplessi la posizione di Regioni a statuto speciale e Province autonome che ne mina la reale applicabilità in modo uniforme”
“L’intesa raggiunta sulle guide è un passo avanti per la professione, e per questo ringraziamo l’impegno del Ministro. Il lavoro, però, non è concluso: con nostra grande delusione, infatti, molti dei punti concordati in questi lunghi mesi di confronto – e che noi consideravamo pilastri dell’intervento – sono comparsi solo nella stesura iniziale della legge, senza purtroppo arrivare nel testo finale”.
“Lascia inoltre perplessi la posizione espressa delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome che condizionano l’Intesa alla non applicabilità del Regolamento sui propri territori. Un atteggiamento che va contro i principi espressi dal Legislatore nazionale e che sono alla base di tutta la riforma della professione di guida turistica, andandone a minare proprio la reale applicabilità in modo uniforme”.
Così Micol Caramello, Presidente nazionale di Federagit, l’associazione che riunisce guide ed accompagnatori turistici aderenti a Confesercenti.
“La definizione della professione non è mai stata così dettagliata. Si istituisce, inoltre, anche un elenco nazionale ufficiale, un passaggio fondamentale per disporre controlli e sanzionare chi esercita abusivamente. Ci sono, però, molti punti da correggere. Mi riferisco, ad esempio, alle revisioni al ribasso sia del titolo di studio richiesto per accedere alla professione, passato dalla laurea al diploma, sia della conoscenza delle lingue straniere”.
“La sensazione è che, ancora una volta, le guide italiane siano state sacrificate all’altare dell’Unione Europea, con l’obiettivo chiaro di aprire il mercato turistico italiano a guide e accompagnatori di altri paesi, anche se privi di adeguate competenze. Speriamo che la situazione cambi con l’ormai prossima nuova legislatura europea: abbiamo bisogno di parlamentari che difendano non solo le guide e gli accompagnatori turistici, ma tutto il sistema italiano del turismo, fatto di imprese e professionisti che lavorano e pagano le tasse in Italia, contribuendo alla ricchezza del Paese e all’attrattività della destinazione Italia. Non è possibile che gli interessi dei grandi enti del terzo settore, degli operatori turistici europei e poi delle singole regioni vengano sempre prima di quelle dei consumatori e dei professionisti, che vogliono solo operare nel rispetto delle norme e secondo disposizioni uniformi”.