L’economia italiana rallenta più del previsto. La conferma, come purtroppo ci aspettavamo, arriva dai dati Istat che evidenziano come il rialzo delle previsioni di crescita per il 2023, apportate dalle organizzazioni internazionali negli scorsi mesi, sia stato troppo frettoloso. La stima più plausibile per l’intero anno in corso ci sembra 0,7%, visto che il secondo semestre non è cominciato sotto i migliori auspici: per il terzo e quarto trimestre valutiamo, infatti, in media una crescita nulla.
Così, in una nota, Confesercenti commenta i dati sul Pil.
Le stime dell’Istituto di statistica sono in linea, inoltre, con quanto riscontrato con il clima di fiducia delle imprese: la componente del Pil legata ai consumi continua a registrare risultati negativi. Dati preoccupanti che invitano alla riflessione: in un quadro in cui le nascite di imprese del commercio sono crollate, con una sola apertura ogni due chiusure di attività nei primi sei mesi dell’anno, con l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie che non si arresta ed una inflazione che potrebbe registrare un andamento al rialzo nei prossimi mesi, occorrono interventi immediati e decisi a sostegno dell’economia. A partire proprio dai consumi: gli spazi di manovra si restringono, per cui è necessario puntare con forza su misure che possano far ripartire la spesa delle famiglie. Da questo punto di vista, la detassazione degli aumenti contrattuali e delle tredicesime è la via maestra da seguire per dare un impulso determinante alla domanda interna. Senza dimenticare di accelerare le procedure di spesa dei fondi del PNRR, fondamentali per la crescita ed il rilancio della nostra economia.
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