Ancora buoni segnali dal versante dell’inflazione che, come sottolinea l’Istat, continua la fase di rallentamento anche a marzo grazie al calo dei prezzi energetici. Ma se l’orizzonte si rasserena sul fronte del comparto energetico, continuano però le tensioni al rialzo dei prezzi dei beni alimentari non lavorati, su cui pesano l’effetto della siccità e l’onda lunga di un’annata caratterizzata dall’instabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricole.
Così Confesercenti in una nota.
L’andamento meteorologico contraddistinto dalla prolungata siccità ha influito su volumi e qualità dei raccolti. Al netto della variazione dei prezzi, solo nel 2022 la produzione dell’agricoltura si è ridotta in volume dello 0,7% con ricadute pesanti sui costi di produzione, e le difficoltà sono continuate anche nel primo trimestre di quest’anno.
L’andamento dei prezzi alimentari influisce dunque in modo determinante sulla spesa delle famiglie: per questo la priorità assoluta deve essere, in questa fase, la riduzione delle tasse per cittadini ed imprese – anche con un intervento di armonizzazione Iva che punti ad una riduzione complessiva delle imposte sui consumi – per scongiurare effetti depressivi sulla propensione alla spesa, sostenere il recupero del potere d’acquisto e dunque la tenuta dell’economia.
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