L’inflazione “rimarrà oltre il 2 per cento per la maggior parte del 2022” e, secondo le attese, “dovrebbe rimanere su livelli elevati nel breve periodo, ma ridursi nel corso dell’anno”. E’ quanto si legge nel bollettino mensile della Bce.
Il rialzo dell’inflazione, spiega la Banca centrale europea, “riflette principalmente il forte rincaro di carburante, gas ed elettricità. Alla componente energetica è riconducibile oltre la metà dell’inflazione complessiva registrata a novembre. La domanda, inoltre, continua a eccedere l’offerta che, in alcuni settori, è limitata. Le conseguenze sono particolarmente evidenti nei prezzi dei beni durevoli e di quei servizi al consumo che hanno beneficiato delle recenti riaperture. Gli effetti base legati al venir meno della riduzione dell’Iva in Germania continuano a contribuire alla più elevata inflazione, ma soltanto sino alla fine del 2021. Vi è incertezza circa il tempo necessario alla risoluzione di tali aspetti”.
Secondo la Bce, nel corso del 2022, tuttavia, “i prezzi dell’energia dovrebbero stabilizzarsi, l’andamento dei consumi normalizzarsi e le pressioni sui prezzi derivanti dalle strozzature dal lato dell’offerta a livello mondiale attenuarsi. Nel tempo, il graduale ritorno dell’economia al pieno utilizzo della capacità produttiva e gli ulteriori miglioramenti del mercato del lavoro dovrebbero sostenere una più rapida crescita salariale”.
Le misure delle aspettative di inflazione a più lungo termine ricavate dai mercati e dalle indagini sono rimaste sostanzialmente stabili dalla riunione di politica monetaria di ottobre, pur avvicinandosi complessivamente al 2 per cento negli ultimi mesi. Tali fattori, si legge nel rapporto, “contribuiranno al rialzo dell’inflazione di fondo e all’aumento di quella complessiva fino all’obiettivo fissato dalla Bce del 2 per cento nel medio termine”.
Le proiezioni macroeconomiche formulate dagli esperti dell’Eurosistema a dicembre 2021 indicano un tasso annuo di inflazione pari al 2,6 per cento nel 2021, al 3,2 per cento nel 2022 e all’1,8 per cento sia nel 2023 sia nel 2024, significativamente al di sopra di quanto indicato nell’esercizio di settembre. Livelli superiori rispetto alle proiezioni di settembre sono stati previsti anche per l’inflazione al netto della componente energetica e alimentare, che in media toccherebbe l’1,4 per cento nel 2021, l’1,9 per cento nel 2022, l’1,7 per cento nel 2023 e l’1,8 per cento nel 2024.
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