Rispetto al 2020 il rapporto debito/PIL nel 2021 è previsto in calo di 2,4%, dal 158% al 155,6%
Per il 2021 la Nadef, approvata in serata in Consiglio dei ministri, fissa un obiettivo di indebitamento netto (deficit) pari al 7% del prodotto interno lordo (Pil). Rispetto alla legislazione vigente, che prevede un rapporto deficit/PIL pari al 5,7%, “si presenta quindi lo spazio di bilancio per una manovra espansiva pari a 1,3 punti percentuali di Pil (oltre 22 miliardi di euro)”, spiega una nota di Palazzo Chigi.
Rispetto al 2020, nel quadro programmatico di finanza pubblica, il rapporto debito/PIL nel 2021 è previsto in calo di 2,4 punti percentuali, portandosi dal 158% al 155,6%. Per gli anni successivi viene delineato un percorso di graduale rientro del rapporto, con l’obiettivo di riportare il debito della P.A al di sotto del livello pre-Covid entro la fine del decennio.
Grazie al sostegno alla crescita assicurato dalle misure espansive, nel 2021 è attesa una crescita programmatica del PIL pari al 6% (rispetto ad una crescita tendenziale del 5,1%), che nel 2022 e nel 2023 si attesterà al 3,8% ed al 2,5% rispettivamente.
La Nota definisce il perimetro di finanza pubblica nel quale si iscriveranno le misure della prossima legge di bilancio, “che avrà come obiettivo quello di sostenere la ripresa dell’economia italiana nel triennio 2021-2023, in stretta coerenza con il prossimo Piano nazionale di ripresa e resilienza”, rimarca P.Chigi.
Gli interventi saranno “principalmente rivolti a sostenere, nel breve termine e per tutta la durata della crisi da Covid-19, i lavoratori e i settori produttivi più colpiti; a valorizzare appieno le risorse messe a disposizione dal programma ‘Next Generation Eu’ per realizzare investimenti e riforme di vasta portata e profondità; ad attuare un’ampia riforma fiscale che migliori l’equità, l’efficienza e la trasparenza del sistema tributario riducendo anche il carico fiscale
sui redditi medi e bassi, coordinandola con l’introduzione di un assegno universale per i figli; ad assicurare un miglioramento qualitativo della finanza pubblica, spostando risorse verso gli utilizzi più opportuni a garantire un miglioramento del benessere dei cittadini, dell’equità e della produttività dell’economia; a ricondurre l’indebitamento netto della pubblica amministrazione verso livelli compatibili con una costante e sensibile riduzione del rapporto debito/Pil”.
Per il 2021 la Nadef, approvata in serata in Consiglio dei ministri, fissa un obiettivo di indebitamento netto (deficit) pari al 7% del prodotto interno lordo (Pil). Rispetto alla legislazione vigente, che prevede un rapporto deficit/PIL pari al 5,7%, “si presenta quindi lo spazio di bilancio per una manovra espansiva pari a 1,3 punti percentuali di Pil (oltre 22 miliardi di euro)”, spiega una nota di Palazzo Chigi.
Rispetto al 2020, nel quadro programmatico di finanza pubblica, il rapporto debito/PIL nel 2021 è previsto in calo di 2,4 punti percentuali, portandosi dal 158% al 155,6%. Per gli anni successivi viene delineato un percorso di graduale rientro del rapporto, con l’obiettivo di riportare il debito della P.A al di sotto del livello pre-Covid entro la fine del decennio.
Grazie al sostegno alla crescita assicurato dalle misure espansive, nel 2021 è attesa una crescita programmatica del PIL pari al 6 % (rispetto ad una crescita tendenziale del 5,1%), che nel 2022 e nel 2023 si attesterà al 3,8% ed al 2,5% rispettivamente.
La Nota definisce il perimetro di finanza pubblica nel quale si iscriveranno le misure della prossima legge di bilancio, “cheavrà come obiettivo quello di sostenere la ripresa dell’economia italiana nel triennio 2021-2023, in stretta coerenza con il prossimo Piano nazionale di ripresa e resilienza”, rimarca P.Chigi.
Gli interventi saranno “principalmente rivolti a sostenere, nel breve termine e per tutta la durata della crisi da Covid-19:
- lavoratori e i settori produttivi più colpiti;
- valorizzare appieno le risorse messe a disposizione dal programma ‘Next Generation Eu‘ per realizzare investimenti e riforme di vasta portata e profondità;
- attuare un’ampia riforma fiscale che migliori l’equità, l’efficienza e la trasparenza del sistema tributario riducendo anche il carico fiscale sui redditi medi e bassi, coordinandola con l’introduzione di un assegno universale per i figli;
- assicurare un miglioramento qualitativo della finanza pubblica, spostando risorse verso gli
utilizzi più opportuni a garantire un miglioramento del benessere dei cittadini, dell’equità e della produttività dell’economia; - ricondurre l’indebitamento netto della pubblica amministrazione verso livelli compatibili con una costante e sensibile riduzione del rapporto debito/Pil”.
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