ALLA RAZIONALIZZAZIONE ALL’ILLEGALITA’, AI CARBURANTI A BASSO IMPATTO AMBIENTALE, PER FINIRE ALLA DEFINIZIONE DI NUOVE FORME CONTRATTUALI E AL RINNOVO DEGLI ACCORDI ECONOMICI.
Il 2020 passerà alla storia come un anno orribile. Anche per il settore della distribuzione carburanti italiana. Non solo per la pandemia che ha messo in ginocchio tutte le economie mondiali, ma per una serie di fattori che hanno contribuito ad alimentare il clima di incertezza e sofferenza.
In assenza di strategie comuni, che la filiera petrolifera non ha saputo o voluto affrontare, la situazione non può che peggiorare rapidamente.
Oggi però registriamo, almeno in questa fase storica, che la convinzione prevalente nella parte più strutturata della filiera petrolifera, almeno a parole, è quella di intervenire in modo radicale e ripristinare la legalità, per consentire al settore, e a chi ci investe, di poter esprimere le proprie capacità imprenditoriali nel rispetto delle leggi dello stato, della qualità dei carburanti, alla vigilia di un cambiamento epocale in fatto di transizione energetica. Per avere una rete moderna ed efficiente che garantisca qualità e servizi ai consumatori.
Su questi temi, come è noto, i gestori e le loro rappresentanze non si sono mai tirati indietro. Anzi, a più riprese hanno denunciato nel corso degli anni la mancata razionalizzazione e chiusura degli impianti; mai si sono tirati indietro quando è stato affrontato il tema della lotta all’illegalità, pagando direttamente gli interventi normativi che dovrebbero debellare il fenomeno: dalla fatturazione elettronica, alla digitalizzazione dei movimenti e flussi economici, alla memorizzazione e trasmissione dei corrispettivi, all’e-das, ai pagamenti on line: tutte innovazioni che hanno portato aggravi di costi e aumenti esponenziali delle commissioni bancarie.
Le Federazioni dei gestori sono come sempre pronte al confronto per affrontare con decisione e fermezza tutti questi aspetti; ma è altrettanto urgente affrontare anche tutti gli altri nodi irrisolti: dagli adeguamenti dei margini alle nuove forme contrattuali , alla lotta all’illegalità gestionale che costringe i gestori a forme di schiavitù tipiche del caporalato, al rinnovo degli accordi con tutti i titolari di autorizzazione.
In questo quadro già a fine luglio sono iniziati i primi contatti con le maggiori compagnie petrolifere ed alcuni retisti per affrontare una nuova stagione piena di incognite per dare sostenibilità alle imprese di gestione.
Con Italiana Petroli, Eurogarages, Q8 ed Eni, con le quali avevamo condiviso accordi straordinari per gestire la fase più delicata della pandemia, la trattativa è già iniziata. Abbiamo già calendarizzato alcune date per entrare nel vivo delle intese.
L‘auspicio è che tutti facciano la propria parte riuscendo ancora una volta a superare un momento di grande difficoltà.
Questa volta la posta in gioco è ancora più impegnativa: in ballo c’è il futuro della rete dei prossimi anni. Ma occorre essere chiari: se i gestori rischiano di essere i primi a saltare, a seguirli ci saranno gli operatori più strutturati e successivamente tutta la filiera sana. Lasciando indisturbati e padroni del mercato chi nell’illegalità ha trovato spazio e profitto.
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