L’adeguamento sia per tutti e non solo per chi ne fa richiesta
“Il decreto agosto ha dato seguito alla sentenza della Corte Costituzionale che aveva ritenuto l’importo della pensione degli invalidi civili non sufficiente a soddisfare i bisogni primari della vita. Nonostante il Governo abbia previsto 132 milioni di euro per quest’anno e 400 per il prossimo, l’Inps non ha ancora dato istruzioni al riguardo, lasciando nel limbo persone inabili al lavoro e le loro famiglie”.
Così il Presidente Fipac, Federazione dei pensionati Confesercenti, Sergio Ferrari, a margine della Giunta della Federazione, commenta il silenzio dell’Istituto di previdenza sull’adeguamento degli importi delle pensioni degli invalidi civili, anche alla luce del decreto agosto che ha esteso a tutti i soggetti maggiorenni i benefici incrementativi in materia di trattamenti di invalidità, fino a garantire un reddito pari a 516,46 euro al mese (651,51 euro per il 2020) per tredici mensilità. L’adeguamento sarà riconosciuto a chi ha un reddito personale non superiore a 8.469,63 e coniugale non superiore a 14.447,42.
“Ci sono due questioni per noi fondamentali – dice Ferrari: che vengano immediatamente saldati anche gli arretrati, visto che la misura dovrebbe essere retroattiva al 20 luglio e che l’aumento venga riconosciuto a tutti, non solo a chi ne fa richiesta. Molte di queste famiglie infatti possono non essere informate o non avere il modo di provvedere alla compilazione della domanda”.
“Continueremo a vigilare – conclude Ferrari – affinché gli invalidi civili totali si vedano riconosciuto questo aumento quanto prima. Essendoci una sentenza che ha giudicato troppo bassa la somma erogata dall’Inps ed avendo il Governo previsto i fondi invitiamo l’Istituto ad emanare l’apposita circolare, dando il via effettivo all’aumento. E’ un diritto costituzionale ed anche un dovere morale assicurare a queste persone un importo con cui sopravvivere, soprattutto in un momento difficile come quello che stiamo vivendo in cui in molte famiglie ci sono componenti che hanno perso il lavoro o che si trovano in cassa integrazione”.
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