Granelli: “Situazione grave, strategia ripresa sia rapida”
“Appare non più rinviabile un intervento in materia fiscale che riduca, per quanto possibile, le aliquote sui redditi dei dipendenti ed anche dei pensionati che, pur essendo fuori dal circuito produttivo, frequentemente sostengono le generazioni più giovani, oltreché le imposizioni gravanti sulle imprese alle quali sono affidate le concrete speranze di un rilancio del Paese”. E’ quanto ha affermato il Procuratore generale della Corte dei Conti Fausta Di Grazia nel giudizio sul rendiconto generale dello stato sottolineando che “l’alleggerimento della fiscalità potrebbe evitare, soprattutto in un momento di crisi globale, la costante erosione del potere d’acquisto delle famiglie e un’ulteriore contrazione del mercato interno”.
“L’Italia mostra un quadro particolarmente gravoso che impone una rapida definizione di una strategia per recuperare livelli di crescita più sostenuti e deve affrontare una sfida impegnativa che riguarda il quadro economico e quello della finanza pubblica ma che, per quest’ultima, non può non considerare i segnali positivi ereditati dall’esercizio appena concluso” ha detto il Presidente di coordinamento delle Sezioni riunite della Corte dei Conti Ermanno Granelli precisando che lo scorso anno si è registrato “un indebitamento netto ben 6 decimi di punto inferiore alle attese e anche un miglioramento della spesa pubblica”. “L’esercizio 2019, ribadisce ha lasciato un segno positivo alla gestione del 2020, di cui ci si dovrà giovare nella difficile fase di rilancio”.
“La fase che stiamo attraversando è di una severità tale che l’espansione dei bilanci pubblici appare un’indiscutibile necessità, ha aggiunto Granelli precisando che “per molti aspetti, la sostenibilità prospettica delle finanze pubbliche di molti paesi riposa oggi proprio sulla capacità di espandere, in modo appropriato, il debito. Ma la possibilità di accrescere il rapporto debito/Pil è oggi tanto maggiore quanto più credibile è la volontà di voler utilizzarlo per superare le fragilità in termini di servizi pubblici, formazione, infrastrutture e ricerca, dimostrando, soprattutto in questo modo, la determinazione di volerlo collocare, dopo la temporanea ed inevitabile fase espansiva, su un sentiero di lento ma continuo rientro”.
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