E’ terminato il vertice europeo dedicato al Recovery fund e al prossimo bilancio pluriennale.
“La prima discussione su Recovery fund e bilancio è stata molto positiva, i leader hanno affermato di volere un accordo prima di agosto e sono consapevoli che il successo del Recovery plan dipende anche dalla sua rapida adozione” – ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen.
Intanto la Svezia frena. “Con gli altri tre Paesi frugali, pensiamo che il Recovery plan debba essere basato sui prestiti e non su sovvenzioni e le posizioni in seno al Consiglio “sono ancora abbastanza lontane”. Così il premier svedese, Stefan Lofven, al termine della videoconferenza dei leader, secondo quanto riportano i media on-line svedesi. “Resta molto da negoziare e faremo di tutto per riuscire a trovare un accordo in estate “ma non posso fare previsioni se sarà possibile”.
“Sul fronte interno, l’Italia ha già avviato una consultazione nazionale con tutte le forze politiche, produttive e sociali per elaborare un piano di investimenti e riforme che ci consenta di non ripristinare la situazione pre-Covid 19 ma di migliorare il livello di produttività e di crescita economica” ha spiegato il premier Giuseppe Conte al Consiglio Ue. “La proposta della Commissione è equa e ben bilanciata – ha proseguito Conte -. Sarebbe un grave errore scendere al di sotto delle risorse finanziarie già indicate. E anche la combinazione tra prestiti e sussidi è ben costruita. Anche i tempi sono molto importanti. Dobbiamo assolutamente chiudere l’accordo entro luglio. E dobbiamo assecondare gli sforzi della Commissione di rendere disponibili alcune risorse già per quest’anno”.
“Dobbiamo mantenere distinti – ha aggiunto Conte – i criteri di allocazione del Quadro Finanziario Pluriennale e quelli del “Next Generation EU” e, in ogni caso, considerare queste due proposte come componenti un unico pacchetto indivisibile. Questo consentirà all’Italia di avere un atteggiamento più flessibile su alcuni aspetti del Qfa, ad esempio quelli che appaiono più anacronistici (come i “rebates”)”.
“La Commissione europea e la BCE non hanno mancato l’appuntamento con la Storia – ha concluso Conte -. Ora è il turno del Consiglio Europeo di essere all’altezza della sfida e di dare un segnale politico forte. A me non piace la formula “compromesso”, preferisco si lavori per una “decisione politica ambiziosa”.
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