La crisi deve essere l’occasione per ridisegnare l’Italia grazie a una nuova unità tra forze politiche e sociali. E’ il messaggio del premier Conte nel giorno della riapertura dei confini tra Regioni. Ai partiti la richiesta di ‘collaborare’ alle riforme: fisco, diritto allo studio, alta velocità di rete, utilizzo dei fondi europei. Un piano di rilancio da fare con le opposizioni, dice Conte, che annuncia l’uso da parte dell’Italia dei fondi Sure e Bei e rinvia al Parlamento la decisione sul Mes. Quanto all’epidemia, dal 4 maggio i dati sono incoraggianti, ma occorre continuare a rispettare le regole: “Una leggerezza allentare la sicurezza”.
Nel corso della conferenza, il premier ha illustrato i prossimi passi del Governo per fronteggiare l’emergenza economica dovuta al COVID-19, tra i quali il Recovery Plan, un piano che riguarderà diversi obiettivi e pilastri, quali la digitalizzazione, l’innovazione del Paese, il sostegno alle imprese, il rilancio delle investimenti pubblici e privati.
Recovery plan: il Governo sta lavorando ad un piano di rilancio che comprenderà diversi pilastri e diversi obiettivi da raggiungere. Si lavorerà sulle digitalizzazioni, e sui pagamenti elettronici per far emergere l’economia sommersa. Si lavorerà sull’innovazione, con l’obiettivo di rendere a portata di tutte le famiglie la banda larga. Si dovrà lavorare per capitalizzare e sostenere imprese, comprese tutte le filiere e PMI, consolidarle, e allo stesso modo rendere strutturali misure come ACE e Impresa 4.0. Bisognerà rilanciare gli investimenti pubblici e privati, tagliando la democrazia, e investire in reti telematiche, idriche, energetiche. Tutto il sistema Italia dovrà andare verso una transizione per un’economia sostenibile, energetica. Allo stesso modo, si dovrà puntare sul diritto allo studio, lavorare sull’offerta formativa, saranno creati migliaia di posti di lavoro per nuovi ricercatori, permettendo ai giovani ricercatori italiani di fare ricerca in Italia. Inoltre, bisognerà lavorare sui tempi della giustizia civile e penale, al momento non sostenibile, ad esempio a causa delle controversie giudiziarie che durano anni, e del codice civile che va riformato in modo organico. Servono progetti di riforma, e ha invitato tutte le forze politiche a lavorare su questo. Inoltre, Conte ha sottolineato che occorre una riforma fiscale: tutti vogliono pagare meno, e al momento il sistema è iniquo e inefficiente. Altri aspetti su cui si dovrà lavorare meglio sono le persone ai margini del circuito sociale, e quindi lavorare sull’inclusione e sull’uguaglianza.
Il recovery plan italiano è un progetto di Paese molto impegnativo, siamo consapevoli che la somma che ci viene messa a disposizione non potrà essere un tesoretto di cui potrà disporre liberamente il governo di turno, ma una risorsa messa a disposizione dell’intero Paese, di cui il governo in carica ha responsabilità di spesa sulla base di un progetto lungo e condiviso con tutte le forze politiche. Conte ha riportato che convocherà al più presto, entro breve, tutti i principali attori del sistema Italia, come le parti sociali e le associazioni di categoria, per lavorare insieme e avere un confronto e i loro suggerimenti. A tal proposito, ha riportato che c’è già il report tecnico del gruppo coordinato dal dottor Colao con cui c’è stato un continuo e serrato confronto, e che ora siamo nella fase finale, dove è necessario un confronto aperto sulle proposte e sulle idee. La fase di negoziazione europea non si è conclusa, ma la realizzazione di un progetto davvero utile per il Paese è ancora più dura. Richiede coraggio, lungimiranza, ricostruzioni di parte, visioni riduttive.
Infine, Conte ha sottolineato che le nostre infrastrutture hanno ancora un lungo percorso da realizzare, bisogna lavorare sull’alta velocità di rete. È quindi necessario lavorare per realizzare l’alta velocità, in diverse zone dell’Italia, il Governo lavorerà per interconnettere il sistema delle infrastrutture viarie con quelle portuali e aereoportuali. Infine, ha sottolineato ancora una volta la necessità di digitalizzare il Paese.
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