Ferrari: “Non si possono escludere 5 milioni di pensionati”
“Per una riforma della previdenza che sia davvero equa e funzionale, il governo deve abbandonare la logica ristretta dei vertici con i soli sindacati dei lavoratori dipendenti ed allargare il confronto anche agli autonomi. Non si possono escludere così circa 5 milioni di pensionati”.
A dichiararlo è Sergio Ferrari, Presidente nazionale di Fipac Confesercenti, a margine della Giunta dell’associazione.
“I pensionati del mondo autonomo sono stanchi di essere trattati come cittadini di Serie B: hanno diritto di avere voce in capitolo sulle decisioni che riguardano il loro futuro. Anche perché sul tavolo non ci sono solo Quota 100 e la Legge Fornero: il sistema previdenziale italiano ha bisogno di una ristrutturazione più incisiva. Di tutto abbiamo bisogno, tranne che di un’altra riforma che riduca la complessità della questione previdenziale alla sola età pensionabile”.
“Servono – prosegue Ferrari – interventi per arrivare a pensioni minime adeguate e per ridurre l’incidenza delle tasse sui trattamenti pensionistici, riequilibrando il peso del fisco tra tutti i pensionati, al di là della provenienza del reddito. Gli autonomi, infatti, sono sottoposti a requisiti più stringenti rispetto a chi viene da un lavoro dipendente, ad esempio per quanto riguarda gli assegni familiari, e prendono in genere pensioni più basse, in alcuni casi di importo inferiore allo stesso reddito di cittadinanza. Il mondo degli autonomi è dunque quello più tartassato, in un contesto previdenziale già ad alta pressione fiscale: i pensionati italiani, infatti, sono quelli che pagano più tasse in assoluto in Europa e spesso si trovano a poter beneficiare di strumenti minimi in termini di assistenza in caso di malattia e infermità. Soggetti che, allo stesso tempo, spesso con i loro importi pensionistici, a fatica affrontano le spese quotidiane, ritrovandosi a vivere in uno stato di semi indigenza”.
“Il confronto sul sistema previdenziale aperto dall’esecutivo – conclude il Presidente di Fipac – è l’occasione per cambiare rotta, lavorando ad una riforma che prenda in considerazione le reali condizioni di vita dei pensionati, dal tema dell’invecchiamento attivo a quello della non autosufficienza. E che dia finalmente l’atteso segnale di discontinuità con il passato, evitando di perpetuare l’ingiusta discriminazione ai danni degli oltre 5 milioni di pensionati del lavoro autonomo. Un errore anche di prospettiva, vista la flessibilizzazione del mondo lavoro, sempre più spesso caratterizzato da carriere miste, dipendenti e indipendenti. Solo la partecipazione dei rappresentanti di tutti i pensionati consentirà di aprire una trattativa che porti ad una riforma previdenziale veramente equa e pienamente condivisa da tutti”.
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