Istat conferma il calo per lo scorso anno, prospettive per il 2020 frenate dalla vicenda Coronavirus. Il Presidente di Assoturismo: “aumenti di imposta ora sarebbero il colpo finale sui consumi turistici”
“Un 2019 peggiore delle attese, ed un 2020 che rischia di segnare un ulteriore rallentamento a causa della vicenda Coronavirus. Un aumento dell’IVA, in questa fase, sarebbe il colpo finale ai consumi turistici interni”.
Così il presidente di Assoturismo Confesercenti Vittorio Messina commenta i dati del report “Viaggi e vacanze in Italia e all’estero” relativo all’anno 2019, diffuso oggi da Istat.
“Già dall’estate scorsa avevamo lanciato l’allarme sulla flessione della domanda turistica interna, ma il risultato finale è stato peggiore delle nostre previsioni”, spiega Messina.
“A pesare sul 2019 sono state le cattive condizioni meteo, ma anche e soprattutto la ripresa della competizione e delle tensioni internazionali, a dimostrazione che c’è ancora molto da fare per stabilizzare i flussi turistici verso l’Italia. E all’orizzonte non ci sono prospettive di ripresa: il 2020 è iniziato sotto il segno della paura del Coronavirus, che stimiamo possa costare al settore almeno 1,6 miliardi di euro di spesa turistica ed oltre 13 milioni di presenze. Stime oltretutto conservative, perché se la psicosi dovesse continuare il conto per il nostro comparto potrebbe essere ancora più salato”.
“In un contesto di contingenza economica generale difficile, in cui cresce l’incertezza per famiglie ed imprese in generale e nel turismo in particolare, servono interventi efficaci, a partire certamente da una riforma fiscale equa e ad un maggiore sostegno allo sviluppo economico. Proprio per questo – conclude il Presidente di Assoturismo Confesercenti – ridurre le tasse sui redditi medio bassi alzando l’Iva su alberghi e ristoranti non ci sembra un provvedimento lungimirante per il rilancio: il turismo italiano pagherebbe un prezzo altissimo in perdita di competitività, rispetto ai Paesi concorrenti. Con gravi effetti anche sulla crescita del Pil, di cui il turismo vale circa il 10%”.
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