Necessario aprire il tavolo grano pane e dare una nuova legge al settore
Fiesa Assopanificatori ha incontrato 30 gennaio us il Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole forestali e dell’alimentazione On. Giuseppe Labbate, primo firmatario della proposta del gruppo cinque stelle, in materia di produzione e vendita del pane, alla Camera dei deputati.
L’incontro svoltosi presso il Ministero delle politiche agricole forestali e dell’alimentazione ha fatto il punto sull’iter legislativo dei DDL sulle Norme in materia produzione e vendita di pane.
La delegazione Fiesa Assopanificatori ha denunciato i tempi estremamente lenti con cui, con la nuova legislatura, stanno procedendo i lavori parlamentari. La delegazione ha evidenziato che dopo le audizioni di circa un anno fa, i lavori si sono arenati. L’auspicio di Fiesa Assopanificatori, espresso al Sottosegretario, considerato anche che molte delle iniziative presentate nei DDL ricalcano lo schema della PDL Romanini, approvata all’unanimità nella scorsa legislatura alla Camera dei Deputati, è che si possa giungere in tempi stretti alla redazione di un testo unico, in modo da accelerare l’iter parlamentare, evitando quello che successe nella precedente tornata legislativa quando il testo condiviso alla Camera, si arenò in Senato, all’ultimo scoglio, per interruzione della legislatura. Questa volta potrebbe accadere il contrario e sarebbe una vera beffa per la categoria.
Nell’incontro al Ministero, la delegazione Fiesa Assopanificatori, composta dal Presidente Davide Trombini, dai Vice Presidente Vinceslao Ruccolo e Benvenuto Pagnoni, dal Direttore Gaetano Pergamo e dal delegato alla formazione Angelo Pellegrino, ha posto l’esigenza di dare certezza ai consumatori sul pane che acquistano e ai panificatori per il lavoro artigianale che svolgono. In questo senso hanno chiesto di aprire un tavolo di settore nell’ambito della filiera grano.
“Il pane- ha detto il Presidente Trombini- è un elemento essenziale del patrimonio agro alimentare italiano. Non si può continuare a lasciarlo aggredire dalla concorrenza sleale di chi vende pane surgelato o riscaldato per pane fresco. La panificazione italiana è il risultato di competenze e conoscenze, pratiche e tradizioni che costituiscono un patrimonio culturale nazionale che il Parlamento ha il dovere di tutelare.”
Il Vice Presidente Pagnoni ha sottolineato che “Da oltre dieci anni, cioè dalle liberalizzazioni del 2006, il settore della produzione artigianale del pane necessita di norme chiare che consentano al consumatore di riconoscere il pane fresco artigianale dal pane conservato e da quello prodotto con base surgelata, magari confezionata altrove, anche fuori dall’Unione europea”, mentre il Vice Presidente Ruccolo ha sottolineato che “La produzione di pane è in diminuzione e occorre integrare il reddito delle aziende. Allo stesso tempo bisogna preservare la professionalità degli operatori e accanto alla formazione continua bisogna prevedere dei requisiti stringenti per avviare le nuove attività, sotto il profilo igienico sanitario e delle competenze professionali”
Il Sottosegretario L’Abbate ha specificato le competenze proprie del Dicastero e accolto l’invito a prevedere una sezione della panificazione artigiana nell’ambito della filiera grano pasta, per la tutela del patrimonio cerealicolo nazionale, assicurando le necessarie indicazioni agli uffici tecnici del Mipaf. Per il DDL fermo al Senato ha assicurato un suo intervento politico sulla Presidenza della Commissione e sul relatore del provvedimento, in quanto parlamentare direttamente interessato al provvedimento di cui egli stesso è firmatario.
La delegazione Fiesa Assopanificatori ringraziando il Sottosegretario per l’impegno assicurato ha sottolineato l’importanza del provvedimento legislativo “perché così si tutela la produzione di qualità, un patrimonio inestimabile, che conta denominazioni di origine protetta e circa 200 specialità, di cui 95 già iscritte nell’elenco tenuto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Si tratta di un settore che occupa 140.000 addetti in 26.000 imprese, in gran parte di dimensioni familiari, in stretta relazione con il territorio e le filiere produttive locali.
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