La quota significativa di Pil che generano i musei e i siti culturali italiani merita un’attenzione particolare per costruire una strategia che possa valorizzarli in maniera adeguata e tale da farli diventare il cuore dell’offerta turistica del Paese. In questa direzione è giusto dare un senso all’accorpamento del Ministero dei Beni Culturali con il Turismo, in modo da dare vita ad un percorso virtuoso a beneficio del comparto turistico e al rilancio economico delle città d’arte”.
Così il presidente di Assoturismo, Vittorio Messina, commenta i dati forniti dalla società di consulenza Boston consulting che, con la collaborazione degli uffici del ministero dei Beni Culturali, ha evidenziato come i musei e i siti archeologici statali oggi danno lavoro a 117mila addetti, sono visitati ogni anno da 53 milioni di persone, generano 27 miliardi di euro (l’1,6% del Pil) e producono ricavi per 278 milioni di euro.
“Dati – afferma Messina – che confermano come il ruolo della cultura e dell’arte risulti fondamentale e strategico per il Paese, considerato che abbiamo un patrimonio che rappresenta non solo il nostro passato e il presente, ma anche una risorsa da tutelare e valorizzare che ci rende unici nel panorama internazionale e che può proiettarci nel futuro”.
“Ma è ormai ampiamente noto – aggiunge il presidente di Assoturismo – come non sia sufficiente possedere una quota anche cospicua di beni culturali per attrarre automaticamente la domanda di consumo culturale. Un territorio come quello italiano, dotato di un così ampio e articolato complesso di emergenze archeologiche, di siti storico-architettonici, di beni artistici, di paesaggi culturali, di tradizioni storiche richiede un livello di progettazione adeguato all’offerta dei servizi culturali che rendano facilmente fruibili i beni artistici”.
“Ciò significa non soltanto rendere accessibili musei o aree archeologiche, biblioteche o parchi ambientali, ma anche qualificare la rete di servizi primari che ne favoriscano la corretta fruizione: informazione, comunicazione, trasporti, ricettività turistica. Così facendo si può fare in modo che questo patrimonio possa veramente essere messo a valore e costituire il motore dello sviluppo del turismo nel nostro Paese”.
“In questo quadro il turismo culturale – conclude Vittorio Messina – rappresenta una quota rilevante dell’industria turistica nazionale, continuando a registrare un trend di crescita che sembra non conoscere flessioni. Rilanciare il turismo culturale significa, dunque, creare le condizioni per sviluppare il Paese in una logica territoriale omogenea, creare occupazione e fare del turismo il più importante settore industriale su cui l’Italia possa contare per la crescita”.
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