Per stimolare gli investimenti, secondo l’istituto parigino, occorre reperire risorse da un aumento delle tasse, in particolare dell’Irpef
L’Ocse ha confermato a zero la previsione di crescita economica dell’Italia quest’anno, mentre ha rivisto al ribasso di 0,2 punti percentuali la stima sul 2020 al più 0,4 per cento. I dati sono contenuti nell’Interim Economic Outlook, pubblicazione che aggiorna, solo parzialmente, il rapporto semestrale la cui ultima edizione risale a maggio. Lo studio reca consistenti revisioni al ribasso alle previsioni di crescita economica globali, dell’area euro e delle sue maggiori economie, tra cui in maniera pesante sulla Germania.
“Le prospettive globali sono diventate sempre più fragili e incerte”, avverte l’ente parigino, rilevando come “la dinamica di espansione del biennio in esame sarà la più debole dalla crisi finanziaria. E con rischi che continuano a crescere. Ora per quest’anno è atteso un più 2,9 per cento, 3 decimali di punto in meno rispetto alle stime di maggio, mentre sul 2020 il taglio è stato di 4 decimali, al più 3 per cento”.
Nell’Outlook si raccomanda all’Italia, per stimolare gli investimenti, “di reperire le risorse attraverso un aumento delle tasse, in particolare dell’Irpef“.
L’istituto di Parigi ritiene che sia “necessario rafforzare l’efficacia della politica di bilancio, rivedendo l’efficacia della spesa pubblica e le dimensioni degli stabilizzatori automatici”. E sottolinea che, dal momento che la flessibilità di bilancio in Italia è limitata, la “spesa aggiuntiva per investimenti pubblici va interamente compensata da imposte dirette più elevate”.
“Negli Stati Uniti, in Giappone, Francia e Italia – si legge nel rapporto – dove disavanzi di bilancio elevati dovrebbero accrescere il già elevato debito pubblico e dove, a politiche invariate, il debito pubblico dovrebbe aumentare ulteriormente, è necessario rafforzare l’efficacia della politica fiscale rivedendo l’efficacia della spesa pubblica e le dimensioni degli stabilizzatori automatici.
Ciò detto – si legge ancora – sarebbe necessario un ulteriore sostegno alla politica fiscale in caso di recessione, dati i limiti della politica monetaria”.
Inoltre il rapporto evidenzia che Paesi come la Francia, l’Italia e la Spagna, “hanno meno spazio di manovra per un allentamento di bilancio”, in quanto hanno un “deficit di bilancio pari o superiore al 3% del Pil e rapporti di debito pubblico/Pil in aumento”. “In questi paesi – nota l’Ocse – si presume che la spesa aggiuntiva per investimenti pubblici sia completamente compensata da imposte dirette più elevate, in modo che l’impatto del bilancio ex ante sia neutro”.