La Sardegna è tra le regioni ammesse alla seconda fase dell’istruttoria per la concessione di contributi statali a privati e attività economiche colpiti dall’alluvione nel 2013. Eppure dei 19,5 milioni di euro dei fondi statali, a cui si sommano i 4 milioni di risorse regionali, alle attività produttive non andrà neanche un euro. Solo i cittadini potranno presentare domanda di contributo mentre i commercianti dovrebbero aspettare al 2017 eventuali risorse statali di cui non c’è affatto certezza.
“Un vero e proprio oltraggio alla solidarietà – commenta Roberto Bolognese, vice presidente vicario Confesercenti Sardegna – e colpisce duramente chi in questi anni ha reinvestito di tasca propria pur di non chiudere i battenti della propria attività. Abbiamo la conferma che per la Regione le attività produttive non sono il motore dell’economia dell’Isola. Non le si vuole aiutare e questo è un dato di fatto. E ci fa pensare che la gestione di questi denari pubblici venga sapientemente utilizzata solo a favore dei cittadini per una mera campagna elettorale in vista del referendum di ottobre”.
Parole dure che tracciano la sofferenza di tanti commercianti e artigiani che in questi anni oltre la crisi hanno dovuto patire anche le calamità naturali. In un momento in cui la solidarietà è purtroppo nella cronaca di questi giorni, rappresenta un’ipotesi impensabile fare distinzioni e privilegi fra cittadini e attività produttive.
L’ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione civile nazionale, pubblicata nella Gazzetta ufficiale sabato 20 agosto, dopo tre anni di attesa, consentirà soltanto ai cittadini di ricevere finalmente i contributi per gli eventi di calamità naturale con tempi strettissimi e una procedura che fa venire tanti dubbi sulla natura marcatamente elettorale dell’operazione. Infatti sarà esclusivamente il Consiglio dei Ministri che approverà il finanziamento agevolato, il quale verrà erogato dagli istituti di credito convenzionati direttamente ai cittadini senza alcun passaggio di soldi nelle casse delle Regioni interessate.
Un’operazione bancaria e una tempistica che cade proprio sotto “campagna elettorale” per il referendum di ottobre: basti pensare che i cittadini dovranno presentare richiesta entro il 29 settembre e entro il 29 ottobre i comuni dovranno trasmettere le domande alla Regione e entro il 28 novembre la Protezione civile regionale trasmetterle al Dipartimento nazionale. Tanta fretta in un momento “caldo” per la politica e privilegiando solo i cittadini in una zona in cui sono quasi 2600 le segnalazioni di danno giunte a seguito dell’alluvione del 2013, di cui quasi 1600 riguardano la sola città di Olbia.
“E’ mai possibile che le questioni legate alle attività produttive vengano sempre dopo tutto il resto? – commenta Gian Battista Piana, direttore Confesercenti Sardegna – dei problemi dell’impresa ci si occupa solo a parole. I fatti concreti dimostrano sempre il contrario. Non riusciamo a capire perché le attività produttive non possono partecipare in quota parte a questa prima trance di risorse e quale sia il motivo per cui il dramma vissuto da imprese (anche nostre associate) che hanno perso tutto, deve passare in secondo piano rispetto ai danni alle abitazioni private. Sarebbe proprio il caso di convocare la famosa cabina di regia, a suo tempo istituita da Cappellacci, che doveva coordinare tutte le procedure di accertamento e risarcimento dei danni, giusto per capire come stanno le cose.”