SALDI ESTIVI: CROLLO DEGLI ACQUISTI VENDITE SCONTATE AI MINIMI STORICI. IN SARDEGNA IN MEDIA -10% DEL FATTURATO.SU CAGLIARI SI ARRIVA ANCHE A -30%
Sono le grandi città dell’Isola a soffrire di più la crisi dei saldi. Sono arrivati in questi giorni i primi dati relativi all’andamento delle vendite sui saldi estivi che non solo confermano la situazione di difficoltà ampiamente riscontrata in questi ultimi anni, ma che in alcuni casi si è aggravata pesantemente. Su un campione di 200 esercizi commerciali di abbigliamento e scarpe ben il 52% ha dichiarato una netto calo rispetto allo scorso anno, il 39% ha mantenuto stabili gli introiti, e solo un 9% dichiara di aver leggermente migliorato la situazione. Al giro di boa dei saldi estivi 2016 possiamo fare un primo bilancio evidentemente provvisorio ma che, visto il tempo ormai trascorso dall’avvio delle vendite a saldo, salvo fatti eccezionali che dovessero verificarsi, crediamo sia sufficiente per trarre delle prime conclusioni.
A soffrire di più Cagliari e Sassari e soprattutto i negozi di abbigliamento che in alcuni casi soprattutto nel cagliaritano si sono toccate punte negative del 50% del fatturato. A Nuoro e Oristano ma anche nei comuni dell’hinterland si è avuto un pareggio, ma si tratta di un mantenere uno status di crisi già dichiarato.
I consumi delle famiglie continuano a segnare il passo nonostante, da più parti, si continui a sostenere che le disponibilità nelle mani dei consumatori siano negli ultimi tempi aumentate.
Rispetto all’anno precedente quando i consumatori avevano prevalentemente concentrato gli acquisti nelle prime due settimane, quest’anno le vendite hanno iniziato ad attivarsi più tardi e dopo l’incertezza dei primi giorni di saldi, probabilmente grazie all’esplosione del caldo torrido, e sicuramente più nelle zone costiere e prevalentemente turisti stranieri piuttosto che sardi.
La crisi c’è bella tosta e si sente. Soprattutto per l’abbigliamento che supera di gran lunga le scarpe e la pelletteria in questa corsa alla disperazione.
“I saldi sono ormai un rituale stanco – afferma Roberto Bolognese, vice presidente vicario Confesercenti Sardegna – da anni ormai le vendite promozionali pre-saldi ne hanno svilito il valore, soprattutto a causa delle grandi catene organizzate che con le tessere di fidelizzazione fanno sconti fino al 20% tutto l’anno e anticipano di almeno un mese la data dei saldi. La legge sui saldi non ha più senso così com’è, si dovrebbe eventualmente correggere o sicuramente fatta rispettare. Perché ognuno purtroppo fa come gli pare.”
Una concorrenza sleale che, ampliata dalle vendite online, non dà respiro a chi tutti i giorni cerca di mantenere la serranda aperta e uno stipendio ai propri dipendenti.
“Negli ultimi anni le merci vendute NON in saldi è di solo il 30%, però se non si raggiunge almeno il 60% prima dell’arrivo dei saldi, significa per un commerciante essere già in perdita – dichiara Davide Marcello presidente regionale Fismo (Federazione Italiana Settore Moda della Confesercenti) – ed è ormai abitudine da parte dei clienti chiedere lo sconto che ovviamente gli esercenti in linea di massima fanno pur di non perdere la vendita. Ma così è difficile tirare avanti”.
Eppure a marzo del 2015 in un incontro al Lazzaretto di cagliari, l’assessore Francesco Morandi aveva promesso di aprire un tavolo con gli esercenti per trovare soluzioni a tutte le problematiche che stanno affliggendo e facendo scomparire i piccoli commercianti. “È passato oltre un anno, ma non siamo ancora stati convocati, né è stato attivata alcuna iniziativa in merito da parte dell’assessorato – concludono Marcello e Bolognese – vogliamo ricordare all’assessore che tra le sue competenze c’è anche quella delle attività produttive”