Assomacellai e Fiesa-Confesercenti, in riferimento al recente allarme dell’OMS e della Iarc sulla supposta correlazione tra l’insorgenza di tumori e il consumo di carni rosse insaccate, manifestano tutta la propria preoccupazione nei confronti di questa presa di posizione che rischia di ingenerare allarmismo e danneggiare importanti filiere alimentari.
“In assenza di elementi di conoscenza specifici, a nostro avviso, la notizia sarebbe maggiormente da verificare;” dice Francesco Chisu responsabile Assomacellai-Confesercenti “la stessa comunità scientifica, infatti, a riguardo esprime posizioni in materia assai variegate, arrivando in tanti casi anche a consigliare di inserire la carne nelle diete per favorire l’assunzione di proteine, vitamine, ferro e le altre sostanze necessarie all’organismo, soprattutto in alcune fasce d’età”.
“Di sicuro” continua Chisu “Tempo 15 giorni e questa storia verrà ridimensionata, intanto gli operatori nell’immediato si trovano ad affrontare giornate campali che, con le dovute proporzioni, sembrano molto simili a quelle seguite allo scoppio dell’epidemia della mucca pazza e dell’aviaria”.
“Per fortuna in questo caso la contrazione delle vendite” conclude Chisu “è più contenuta e quantificabile intorno al 20%. Va comunque evidenziata la difficoltà di quantificare concretamente il rallentamento delle vendite che storicamente è una costante in questo periodo dell’anno”.
L’indagine. La Confesercenti provinciale Nuoro-Ogliastra nella mattinata del 29 ottobre ha eseguito un sondaggio telefonico su 40 operatori del settore della provincia NUORO-OGLIASTRA che sostanzialmente conferma i dati rilevati a livello nazionale (-20%).
In particolare il 70% degli intervistati denuncia una contrazione delle vendite conseguente all’allarme dell’OMS, mentre il restante 30% la considera imputabile al particolare periodo (ultima settimana del mese e prossimità della festa di TUTTI I SANTI).
Tra coloro che invece sposano l’equazione allarme OMS=flessione vendite, il 36% colloca la contrazione nella fascia 0-10%, il 29% in quella 11-20%, il 21% tra 21 e 30%, e il restante 14% del campione la quantifica maggiore del 30%.